Usa-Messico: appello dei vescovi delle diocesi di frontiera, “condizione dei migranti sempre più rischiosa e disumana, aprire corridoi umanitari”

I vescovi delle diocesi situate lungo la frontiera di Messico e Stati Uniti, al termine del loro periodico incontro, tenutosi a Piedras Negras, nello Stato messicano di Coahuila, denunciano la condizione sempre più “rischiosa e disumana” in cui vivono i migranti, specialmente al confine tra i due Paesi. L’appello si rivolge non solo ai Governi, ma a tutta la società civile, affinché si riconosca e si affronti la dignità violata di migliaia di persone. La rotta migratoria che attraversa il Messico è stata definita dai vescovi come “la più pericolosa del mondo”. I dati citati, che hanno come fonte l’Organizzazione Internazionale per le migrazioni, dipingono un quadro allarmante. I migranti, fuggendo da guerre, violenza e povertà estrema nei loro Paesi d’origine, si ritrovano in un territorio dove i pericoli si moltiplicano in modo esponenziale.

Mons. Gustavo García Siller, vescovo di San Antonio, Texas, ha espresso una profonda frustrazione per le attuali politiche migratorie degli Stati Uniti: “La migrazione attuale è sempre complicata; non c’è dubbio, non è facile. Ma ora è quando ho sentito più forte l’impotenza e il disadattamento. Siamo stati molto proattivi come vescovi, ma con queste politiche abbiamo sentito una chiusura delle porte e un atteggiamento di difesa così intenso, che ci chiede nuove strategie”.

L’incontro dei vescovi non è stato solo un momento di riflessione, ma ha incluso una visita al centro d’accoglienza “Frontera digna”, dove hanno ascoltato le testimonianze dirette dei migranti. Questi racconti, definiti “struggenti” dal vescovo di Piedras Negras, mons. Alfonso Miranda Guardiola, hanno rivelato la disperazione di chi ha venduto tutto per il viaggio. Molti hanno narrato di aver affrontato continui pagamenti e la minaccia di reti criminali, rendendo il Messico uno dei tratti più difficili della loro odissea.

Nel comunicato finale, i vescovi hanno sollecitato un’azione immediata e coordinata per “aprire corridoi umanitari sicuri e legali per i migranti e i rifugiati più vulnerabili”. Hanno anche ribadito la loro ferma convinzione che ogni nazione ha il diritto di mantenere i propri confini, ma ha anche la responsabilità di garantire la vita umana e un’immigrazione sicura, ordinata e umana, incluso il diritto all’asilo. “La Chiesa riafferma la necessità prioritaria di uno stato di diritto che protegga le famiglie, in particolare dei migranti e dei rifugiati, che sono colpiti da nuove difficoltà”, hanno dichiarato.

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