Il vescovo nicaraguense Rolando Álvarez è ricomparso pubblicamente domenica scorsa nella chiesa di Nuestra Señora de Belén Coronada, patrona di Palma del Río, a Córdoba, in Spagna, dove ha presieduto i primi vespri solenni in onore della Natività della Beata Vergine Maria. Nel suo messaggio, come ribadisce il sito indipendente 100% Noticias, ha ribadito la sua identità episcopale presentandosi come vescovo di Matagalpa, nonostante il suo esilio. “Saluto con affetto il nostro padre Erick, della diocesi di Matagalpa, la mia diocesi, che svolge il suo lavoro pastorale nella diaspora servendo a Siviglia”, ha detto mons. Álvarez, con visibile emozione, sottolineando il suo legame con la comunità nicaraguense.
Durante l’omelia, il vescovo ha offerto una riflessione sul significato della croce nella vita cristiana. Ha sottolineato che ogni persona porta una croce unica e intrasferibile, che è parte integrante della fede. “La croce rappresenta ogni sofferenza e ogni circostanza che ci opprime nella vita, ma da quando Cristo è morto su di essa, ha smesso di essere un segno di condanna per diventare un simbolo di redenzione”, ha spiegato. Al termine della cerimonia, il parroco locale ha condiviso un messaggio di ottimismo e di benvenuto rivolto ai migranti nicaraguensi che hanno partecipato alla messa, molti dei quali – secondo lo stesso monsignor Álvarez – provenivano da Matagalpa ed Estelí. “A tutti voi che venite dal Nicaragua e vi trovate nella città di Palma del Río, dove oggi dovete sentirvi come a casa vostra”, ha detto.