Emirati Arabi: mons. Martinelli ai parrocchiani di Sant’Antonio da Padova, “essere una Chiesa di migranti ci aiuti ad essere pellegrini di speranza”

“Stiamo davvero camminando e crescendo nella nostra vita spirituale, o siamo bloccati nella mondanità e nella mediocrità? Camminiamo insieme o siamo isolati e separati? Siamo ancorati alla vera speranza o riponiamo la nostra speranza in cose vane e ingannevoli, come il denaro, il potere e la carriera?”. Lo ha chiesto nel suo saluto ai fedeli il vescovo Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia meridionale, in visita pastorale alla parrocchia di Sant’Antonio da Padova a Ras Al Khaimah, negli Emirati Arabi Uniti. Lì, accolto dal parroco Padre Joy Menachery, dai frati cappuccini e dai parrocchiani, prenderà parte ai festeggiamenti in onore del Santo, che culmineranno nella messa di domenica 15 giugno. Ringraziando la comunità per l’accoglienza dei pellegrini nella parrocchia, che è luogo giubilare, il vescovo ha ricordato come la Chiesa che è chiamato ad amministrare sia una “Chiesa di migranti”, chiamata ad essere “per tutti segno di unità e riconciliazione in un mondo diviso e lacerato da guerre e interessi di parte”, ha detto, richiamando anche la visita di Papa Francesco ad Abu Dhabi, la firma del documento sulla Fratellanza umana e l’appello all’unità di Papa Leone XIV. “Essere pellegrini significa essere in cammino verso una meta significativa, una meta desiderata”, ha spiegato poi. “Anche come migranti siamo sempre in movimento, sapendo che nulla in questo mondo è definitivo, ma tutto passa. Solo l’amore di Dio non cambia mai e nessuno può separarci dall’amore di Cristo. Pertanto, vi invito a usare la nostra condizione di migranti come mezzo o canale per essere pellegrini di speranza”, ha concluso.

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