Reso noto dalla diocesi di Genova il rendiconto annuale dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica che nel 2024 la Cei ha loro assegnato, che ammonta a oltre 3 milioni di euro, erogati per interventi caritativi, esigenze di culto e pastorale e sostentamento del clero. Per gli interventi caritativi sono stati ricevuti dalla Cei 1.178.812 euro, di cui: 312mila euro destinati ai Centri di ascolto della diocesi; 731.200 euro agli Enti che si occupano di carità a vario titolo; 135.612 euro all’Ufficio Caritas. Per le Esigenze di culto e pastorale sono stati ricevuti dalla Cei 1.288.717,48 euro (ai quali sono stati aggiunti 50mila euro residuo dell’anno precedente per un totale di 1.288.486 eruo), di cui: 669.086 euro destinati alle parrocchie; 419mila euro per Uffici di Curia, iniziative pastorali, celebrazioni liturgiche e formazione; 200.400 euro per altre attività diocesane. Ulteriori contributi erogati dalla Cei ammontano a 881.990,44 euro, destinati a impianti di sicurezza, musei, restauro organi a canne e beni culturali. “Una parte significativa dei fondi erogati viene destinata agli interventi caritativi. La Chiesa opera secondo il principio di sussidiarietà, intercettando situazioni di disagio e attivando risposte tempestive, creando efficaci percorsi di accompagnamento per persone e famiglie in difficoltà. Penso, e sono solo alcuni esempi, ai 100mila euro stanziati per le mense e i dormitori Caritas, ai 40mila euro destinati all’emergenza abitativa, ai tanti fondi impiegati per mantenere i presidi educativi della diocesi”, sono le parole di Daniela Diano, vice economa dell’arcidiocesi di Genova che ricorda come tutti i contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi possano destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica, anche tramite il modello CU o 730 semplificato. “Oltre 1 milione di euro è stato erogato quest’anno per le esigenze di culto e pastorale”, spiega mons. Andrea Parodi, vicario episcopale ed economo diocesano, “Sono stati realizzati molti interventi che hanno permesso a tante parrocchie di sistemare situazioni complesse e delicate dal punto di vista strutturale. Questo oggi consente alle comunità parrocchiali di abitare in sicurezza la propria parrocchia e al Parroco di offrire luoghi accoglienti e familiari”.