“In un’Assemblea sinodale non è un congresso partitico, dove si sviluppano correnti contrapposte, e non è un consesso di maggioranze o minoranze; non ci sono situazioni similari o analoghe”. Lo afferma Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale comunicazioni sociali della Cei, in un’intervista al Sir sulla Seconda Assemblea sinodale della Chiesa italiana. “Leggere le giornate appena vissute con lenti conflittuali è fuori luogo”, osserva, aggiungendo: “Non ci sono state ribellioni, anche perché non si capisce contro chi dovessero essere: i numeri della composizione assembleare parlano chiaro”. Corrado evidenzia che “c’è stato invece un grande ascolto reciproco e una rapidità nelle decisioni assunte”. Per il direttore della comunicazione Cei, l’Assemblea è stata “paradigmatica” e ha dimostrato che “non siamo abituati all’ascolto, che non significa appiattirsi su un pensiero omologato e omologante, ma comprendere pienamente le ragioni dell’altro ed entrare in una relazione profonda, di reciprocità”. Il rinvio dell’Assemblea generale a novembre è letto come una “decisione eccezionale” che manifesta “la volontà di valorizzare il più possibile il Cammino sinodale che riguarda tutte le nostre Chiese”. “Le priorità non sono un semplice elenco o un punto di vista qualsiasi, raccontano invece di un cammino che è stato percorso e che continuerà ancora”, sottolinea Corrado. Ai media, in particolare quelli cattolici, chiede infine di “accompagnare il percorso ancora in atto, raccontando tutti i fatti, il sentire di tutti e l’intero percorso”.