Parlamento Ue: oggi in plenaria malattie rare, “turismo sanitario” e persecuzione dei cristiani in Congo

(Strasburgo) La giornata di plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo si è aperta con una conferenza stampa sui nuovi dazi dell’amministrazione Trump, tenuta dal presidente della commissione per il commercio internazionale e relatore permanente per gli Stati Uniti, Bernd Lange, eurodeputato tedesco. L’ordine dei lavori in aula prevede poi una votazione con la quale i deputati decideranno se posticipare le date di applicazione delle nuove leggi Ue sui requisiti di due diligence e rendicontazione sulla sostenibilità. Se la proposta “stop-the-clock” verrà approvata, le aziende più grandi avranno un anno in più per prepararsi alle nuove norme sulla due diligence e alcune aziende avranno due anni in più prima di dover rispettare le nuove norme sulla rendicontazione sulla sostenibilità. A seguito del dibattito di ieri, gli eurodeputati adotteranno quindi la loro tabella di marcia per il supporto alle industrie ad alta intensità energetica. La bozza di risoluzione, che sarà votata oggi stesso, invita l’Ue a “sostenere la decarbonizzazione delle industrie ad alta intensità energetica per rimanere competitive a livello globale”. Chiede inoltre di “agire per contrastare la concorrenza globale sleale, garantire la disponibilità di materie prime essenziali e secondarie e sostenere i lavoratori e le regioni più colpite dalla transizione verde”.
In un dibattito con il commissario per la salute Olivér Várhelyi i deputati hanno chiesto alla Commissione di presentare un piano d’azione europeo sulle malattie rare. Sono inoltre pronti a sottolineare la “necessità di rafforzare la cooperazione e il coordinamento europei per migliorare l’accesso alla conoscenza, alla diagnosi e al trattamento delle malattie rare”.
Fra gli altri temi della seduta odierna il turismo correlato all’assistenza sanitaria e il genocidio armeno. Diverse le votazioni: sul perseguimento dei giornalisti in Camerun; la serie di esecuzioni in Iran; il rischio immediato di un’ulteriore repressione da parte del regime di Lukashenko in Bielorussia; e gli attacchi mirati contro i cristiani nella Repubblica Democratica del Congo.

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