L’agenzia Onu World Food Programme (Wfp) chiede con urgenza accesso senza ostacoli per la predisposizione immediata di assistenza alimentare in zone chiave del Sudan. “L’ostruzionismo deliberato delle parti in campo e l’imminente stagione delle piogge minacciano, infatti, di rendere vaste aree del paese inaccessibili via terra”. Senza un intervento rapido, il Wfp avverte che milioni di persone vulnerabili potrebbero essere tagliate fuori dagli aiuti salvavita, mettendo a serio rischio i fragili progressi umanitari.
Due anni di guerra hanno trasformato il Sudan nel teatro della più grande catastrofe alimentare al mondo e la carestia si sta diffondendo, ricorda l’agenzia Onu: “Quasi metà della popolazione – 24,6 milioni di persone – soffre di fame acuta. Circa 638.000 persone soffrono di fame catastrofica (Ipc5), il numero più alto a livello globale. La carestia è confermata in 10 località: otto nel Darfur settentrionale (incluso il campo di Zamzam) e due nei Monti Nuba occidentali. La prima conferma è stata nel campo di Zamzam ad agosto 2024. Altre 17 aree, tra cui il Darfur settentrionale, meridionale e orientale, i Monti Nuba, Khartoum e Gezira, sono a rischio carestia. Nelle aree più colpite, un bambino su tre soffre di malnutrizione acuta, superando i parametri per la definizione di carestia”.
Il Wfp fornisce assistenza alimentare e nutrizionale a oltre tre milioni di persone ogni mese e prevede di estenderla a sette milioni di persone al mese entro la metà dell’anno. L’organizzazione è riuscita a fornire assistenza alimentare negli ultimi mesi ad aree precedentemente isolate, tra cui “l’area metropolitana di Khartoum, lo Stato di Gezira, il Darfur e le regioni del Kordofan, alcune delle quali non avevano ricevuto cibo dall’inizio della guerra”. Oltre 30.000 tonnellate di aiuti alimentari sono state trasportate in Darfur attraverso il valico di frontiera di Adre, riaperto ad agosto 2024, ma le famiglie continuano a soffrire la fame a livelli di emergenza.
L’accesso, ricorda l’agenzia Onu, rimane la sfida maggiore per le operazioni umanitarie, che vengono deliberatamente ostacolate dalle parti in conflitto. per questo, il Wfp chiede urgentemente “di poter preposizionare gli aiuti alimentari in diverse località del Paese, in particolare nel Darfur. Molte vie di comunicazione diventeranno impraticabili durante la stagione delle piogge e le comunità resteranno isolate”. Inoltre, “i combattimenti in corso a El Fasher e nei dintorni stanno limitando l’accesso e mettendo in pericolo gli operatori umanitari. A febbraio, il Wfp è stato costretto a sospendere le operazioni nel campo sfollati di Zamzam a causa di ulteriori violenze. Stiamo collaborando con i partner per riprendere le operazioni il prima possibile”.
Il Wfp ha urgente bisogno di 650 milioni di dollari per continuare le operazioni in Sudan per i prossimi sei mesi.