Azerbaigian: Roma, ieri all’Università Gregoriana una giornata dedicata al Cristianesimo nel Paese

Ieri la Pontificia Università Gregoriana di Roma ha ospitato la 12ª Conferenza scientifica internazionale “Cristianesimo in Azerbaigian: storia e modernità” organizzata dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, in collaborazione con il Centro internazionale per il multiculturalismo di Baku, l’Istituto di Storia ed etnologia dell’Accademia nazionale delle Scienze dell’Azerbaigian e la Comunità religiosa cristiana degli Albano-Udi.
L’evento, si legge in un comunicato diffuso oggi, ha riunito studiosi, ricercatori ed esperti da vari Paesi come, oltre l’Azerbaigian, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Germania, Russia, Turchia, Canada, Uzbekistan, Malta, Norvegia, Georgia, Kazakhstan, Polonia, Albania, Lituania e Corea, e di varie nazionalità, inclusa l’armena, per esplorare vari aspetti del cristianesimo in Azerbaigian, tra cui prospettive storiche, archeologiche, etnografiche, linguistiche e contemporanee.
A portare i saluti di apertura, l’ambasciatore dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, Ilgar Mukhtarov, che ha evidenziato il ruolo dell’Azerbaigian, collocato al crocevia di Europa e Asia e luogo di incontro di differenti civiltà, culture e religioni. L’Azerbaigian, ha sottolineato, rappresenta “una delle più antiche aree del cristianesimo e patria della Chiesa Apostolica Albana”, come dimostrato dalle antiche chiese e dai monasteri disseminati nel territorio azerbaigiano. L’ambasciatore Mukhtarov ha anche ricordato le parole che San Giovanni Paolo II ha riservato al paese nel 2002, durante la sua visita, in cui ha parlato della convivenza tra le diverse religioni e dello spirito di tolleranza e mutua accettazione, orgoglio del paese, come anche confermato da Papa Francesco durante la sua visita del 2016. Il multiculturalismo, così come il secolarismo, sono nel Dna dell’Azerbaigian e del suo popolo, e il dialogo è lo strumento con cui il Paese costruisce costanti ponti di comprensione, rispetto e compassione attraverso culture e fedi, ha concluso l’ambasciatore.
Negli indirizzi di saluto inviati per l’occasione i cardinali Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, e George Jacob Koovakad, prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso, hanno sottolineato il ruolo dell’Azerbaigian, che non solo beneficia di una considerevole importanza strategica, ma rappresenta anche un valore simbolico di apertura e scambio e la cui tradizione cristiana affonda le sue radici nell’epoca dell’Albania caucasica. Ricordato inoltre l’impegno dell’Azerbaigian a difesa della multiculturalità, con riferimento alle parole dei Pontefici in visita nel Paese. Sono poi intervenuti Karim Shukurov, direttore dell’Istituto di Storia ed etnologia dell’Accademia nazionale delle Scienze dell’Azerbaigian, il direttore esecutivo del Centro internazionale per il multiculturalismo di Baku, Ravan Hasanov, il capo della Comunità religiosa cristiana degli Albano-Udi, Robert Mobili, il prefetto apostolico della Chiesa cattolica in Azerbaigian, Vladimir Fekete.

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