“Senza cristiani in Libano si perde una parte dell’identità della Chiesa”. È il monito del card. Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, che è intervenuto ieri, a Roma, al workshop internazionale “Rebuilding Lebanon, preserving its diversity”. L’evento, organizzato dal Sovrano Ordine di Malta e dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede e l’Ordine di Malta, ha riunito figure istituzionali e religiose per discutere la rinascita del Libano, preservando la sua pluralità culturale e religiosa. Gugerotti ha sottolineato l’importanza di sostenere le antiche Chiese locali cattoliche e non cattoliche, “che sono fortemente tentate di lasciare il Paese”. “Il nostro lavoro – ha detto il cardinale – è cercare di convincere le persone che per la Chiesa perdere i cattolici o i cristiani in Libano significa perdere una parte della propria identità che non può essere ricostituita. Non si tratta di una piccola minoranza destinata a sparire – ha spiegato il porporato -, ma di radici del cristianesimo che hanno dato un’anima al Paese ancora prima dell’arrivo dei musulmani”. Secondo il Prefetto, la loro importanza non si limita solo all’ambito religioso. “Innanzitutto – ha spiegato – serve mostrare che vale la pena restare in Libano, far sentire ognuno a casa a tutti i livelli, non solo a quelli dell’élite”. Quindi “far vedere che sia possibile avere una famiglia normale, buone scuole, un futuro nel Paese e una comunità cristiana che non sia solo folklore, ma che abbia al centro la presenza dell’amore di Dio”. Il card. Gugerotti ha poi concluso con un auspicio: “Mi auguro che non si verifichino nuovi conflitti interni o rivoluzioni. Se questo accadesse, i cristiani sarebbero le prime vittime, perché non sono sufficientemente tutelati a livello politico”.