“L’annuncio del ministro degli Interni, Shabana Mahmood, segna un allontanamento pericoloso e senza precedenti dalla lunga tradizione del Regno Unito di garantire accoglienza ai richiedenti asilo. Questo tipo di politiche danneggeranno non soltanto le persone che vengono seguite dal Jesuit Refugee Service UK, il Servizio di accoglienza dei rifugiati dei Gesuiti del Regno Unito, ma “anche tutti coloro che cercano, nel nostro Paese, una vita sicura e migliore”. Con queste parole il centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo gestito dai Gesuiti del Regno Unito a Londra ha criticato la riforma del sistema di asilo del governo britannico del premier Keir Starmer che rende più difficile, per i rifugiati, entrare e rimanere nel Paese. Da questa settimana, infatti, chi ha ottenuto asilo potrà rimanere nel Regno Unito solo in modo temporaneo, con il proprio status rivisto ogni trenta mesi, e i rifugiati accettati dovranno aspettare vent’anni, anziché cinque, per chiedere la residenza permanente. A criticare la nuova normativa sono stati anche i vescovi anglicani di Edmonton, Anderson Jeremiah, e di Chelmsford, Guli Francis-Dehqani, che hanno dichiarato che “quando i politici non agiscono più in modo compassionevole rendono capri espiatori i membri più vulnerabili della società”. Anche alcune delle charities che si occupano di accogliere i rifugiati – “Praxis”, “Greater Manchester Immigration Aid Unit” e “Refugee and Migrant Forum of Essex and London – hanno detto che “la nuova riforma è crudele e pericolosa e non servirà a ridurre i numeri dei richiedenti asilo”.