Bambini e smartphone: Società italiana pediatria, “non prima dei 13 anni”. Il presidente Agostiniani, “posticipo è investimento in salute”

“Le 7 P che aiutano a  crescere”. Si intitola così la sintesi delle nuove raccomandazioni per un uso equilibrato e  responsabile  del digitale in età evolutiva, elaborate e presentate questa mattina al Senato dalla Commissione sulle dipendenze digitali della Società italiana di pediatria (Sip).

Un percorso educativo condiviso per famiglie, scuole e professionisti. In estrema sintesi, le linee guida aggiornate prevedono anzitutto nessun accesso non supervisionato a Internet prima dei 13 anni e il rinvio dell’introduzione dello smartphone personale almeno fino alla stessa età. Ritardare il più possibile l’uso dei social media, anche se consentiti per legge; evitare dispositivi durante i pasti e prima di dormire; incentivare attività all’aperto, sport, lettura e gioco creativo; mantenere supervisione e dialogo costante tra genitori e figli; promuovere a scuola un’educazione digitale consapevole le ulteriori indicazioni. Confermate le raccomandazioni già fissate nel 2018: niente dispositivi sotto i 2 anni; massimo un’ora al giorno tra i 2 e i 5 anni; massimo due ore dopo i 5 anni, sempre sotto controllo adulto.
“L’età pediatrica è una fase di straordinaria vulnerabilità e crescita: il cervello continua a formarsi e a riorganizzarsi per tutta l’infanzia e l’adolescenza”, ha spiegato Rino Agostiniani, presidente della Sip. “Una stimolazione digitale precoce e prolungata può alterare attenzione, apprendimento e regolazione emotiva. Posticipare l’accesso autonomo a Internet e l’età del primo smartphone almeno fino ai 13 anni è un investimento in salute, equilibrio e relazioni. Dobbiamo restituire ai bambini tempo per annoiarsi, per muoversi, per giocare e per dormire”, ha concluso.

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