Diocesi: San Benedetto del Tronto, p. Nicoli (cappellano) su situazione dell’ospedale Madonna del Soccorso. “Si percepisce aria di ‘smantellamento’. Disagio ricade sui fragili”

Quello attuale è “un momento difficile per il nostro ospedale. Alla richiesta notevole di prestazioni sanitarie e di interventi, non sempre si è in condizione di rispondere, sia per carenza di personale sia per sovraccarico di lavoro”. Lo afferma padre Silvano Nicoli, cappellano dell’Ospedale Madonna del Soccorso San Benedetto del Tronto, in un contributo pubblicato dal settimanale diocesano “L’Ancora” online sulla situazione del nosocomio.
“Alcuni primari – prosegue il religioso sacramentino – hanno lasciato, alcuni sono andati in pensione, altri medici hanno scelto di investire la propria professione in altre strutture sanitarie. La nostra realtà sanbenedettese ha un bacino d’utenza notevole e non sempre è possibile dare una risposta adeguata al bisogno”. “Si percepisce un’aria di ‘smantellamento’”, denuncia il cappellano, aggiungendo che “mi dispiace profondamente!”. “Nel mio servizio pastorale – racconta – raccolgo tanti sfoghi e sofferenze, uniti a sogni di speranza! Si avvertono la fatica di conciliare la professione con la vita familiare, il difficile rapporto con le proprie situazioni che spesso toccano la fragilità delle persone anziane (genitori) in condizione a volte molto delicate e bisognose di continua assistenza, la situazione dei bambini soli a casa … Tante difficoltà. Oltre questo quadro, esistono anche realtà positive in diverse persone: professionisti che si battono, nonostante tutto, per determinati valori umani, sociali, professionali a favore di tanto disagio e sofferenza”. “Raccolgo anche – continua p. Nicoli – testimonianze notevoli di riconoscenza e gratitudine da parte di parenti per quanto è stato fatto soprattutto nei confronti di malati terminali o dei degenti in particolari situazioni, così come mi giungono attestati di stima per prestazioni e interventi compiuti dal personale impegnato”. Nel ringraziare “l’amministrazione, che consente alla mia comunità di prestare questo servizio di vicinanza: facendoci accedere nei vari reparti, accogliendoci, offrendoci disponibilità per le varie necessità”, il cappellano sottolinea che “pur non conoscendo a fondo tante cose della nostra struttura sanitaria, ritengo sia fondamentale mettere in condizioni positive quanti sono preposti a questo servizio che non vuole essere solo sanitario, ma anche un prendersi cura del paziente: i malati sono persone che hanno bisogno di essere accolte ed aiutate. Questo è possibile nella misura in cui non vengono disattesi alcuni valori: giustizia, solidarietà, impegno per la vita, speranza, perché ai vari livelli si possa lavorare e collaborare con serenità e professionalità”. “Il disagio che si vive spesso ricade non solo sulla struttura sanitaria, ma soprattutto rischia di penalizzare tante persone, specialmente anziani, malati e coloro che si fanno carico di queste fragilità”, ammonisce il religioso.

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