Caritas: Udine, 623 ucraini accolti in questi due anni di aggressione russa. “Fondamentale” il ruolo dei volontari e la messa a disposizione di numerose strutture ecclesiali

Sin dal marzo 2022 la Caritas diocesana di Udine ha dato risposta concreta all’emergenza conseguente alla guerra in Ucraina, accogliendo – secondo il modello dell’accoglienza diffusa – un significativo numero di persone in fuga. Fondamentale – si legge in un comunicato diffuso oggi – il ruolo dei volontari nelle comunità e la messa a disposizione di numerose strutture ecclesiali. Sin dall’inizio della crisi, infatti, la Caritas diocesana di Udine ha avviato il Cas Ucraina per dare risposta alle persone in fuga dalla guerra che stavano raggiungendo il territorio regionale. Ben 372 le persone accolte – secondo il modello virtuoso dell’accoglienza diffusa – da marzo a dicembre 2022. Come noto si è trattato in gran parte di donne e minori. Sebbene da una parte numerose persone abbiano scelto di rientrare in Ucraina e, dall’altra, molte altre abbiano conquistato un’autonomia, anche nel 2023 i numeri dell’accoglienza sono stati significativi: 251 le persone accolte (157 adulti e 94 minori) nei Cas (Centri di Accoglienza straordinaria), 13 nel progetto del Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione). Un altro dato rilevante riguarda il coinvolgimento delle realtà ecclesiali, la maggior parte delle strutture impiegate per l’accoglienza dei profughi ucraini, sono infatti canoniche o altre strutture. Fondamentale è stato poi il ruolo attivo dei volontari in attività di supporto, di animazione e di collaborazione con gli operatori, tanto più in considerazione del fatto che la maggioranza delle famiglie ucraine in accoglienza hanno al loro interno bambini e adolescenti. Una fascia d’età quest’ultima che – com’è facile immaginare – ha sofferto in maniera più marcata lo sradicamento e rispetto alla quale molto si è fatto per l’inserimento scolastico, ma anche comunitario. L’accoglienza diffusa si conferma strategia vincente, “capace non solo di affrontare emergenze improvvise, ma anche e soprattutto di favorire l’inclusione e l’integrazione delle persone migranti, anche grazie al coinvolgimento attivo delle comunità!”.

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