Libri: “tutte le cose belle” nella vita di Davide, ragazzo tetraplegico, amato dalla famiglia e dalla comunità parrocchiale di Melzo

Davide e la sorella Angelica nell'ultima foto insieme (www.chiesadimilano.it)

“Caro Davide, scrivere la tua storia è stata una necessità. Avevo bisogno di ricordare, di mettere insieme i pezzettini della tua vita dall’inizio alla fine. Volevo ricordare tutto il tuo percorso, che è stato anche il mio. Ne avevo bisogno”. Lo scrive Sabrina Bergamini Vitali, mamma di Davide, un ragazzo tetraplegico morto a 27 anni nell’aprile 2019, che oggi è diventato un libro, “Tutte le cose belle” (Ipl, casa editrice della diocesi di Milano).
È una “storia struggente in cui la nota dominante – si legge su www.chiesadimilano.it – è la passione per la vita che tutta la famiglia, coralmente sostenuta dall’intera comunità di Melzo, ha sempre condiviso con il ragazzo”. Il diario parla di “una quotidianità improvvisamente stravolta dall’arrivo del primo figlio che, colpito da un arresto cardiaco a pochi giorni dalla nascita, subisce una lesione al cervello che compromette le funzioni motorie e il linguaggio. Mamma e papà, con Angelica, la sorella nata quattro anni dopo, non si arrendono alla disabilità del figlio e cercano costantemente il meglio per lui: così inventano di tutto affinché non gli sia impedito di vivere le dimensioni della socialità, possa comunicare con gli altri e possa intraprendere il cammino della vita cristiana”. La “cocciutaggine” della mamma “la spinge a creare uno straordinario percorso di avvicinamento del figlio a Gesù”. La vita in parrocchia e l’inserimento nell’oratorio sono state tappe importanti.
Si legge: “La comunità cristiana si è fatta da subito vicina alla nostra famiglia e per noi è stato fondamentale sentire il calore della gente. A messa ci riservavano i posti in prima fila, perché Davide riuscisse a seguire bene la celebrazione. Anche il cammino di catechesi, che gli ha permesso di ricevere i sacramenti insieme agli altri bambini ma con un’attenzione tutta speciale, è stato il frutto di una collaborazione bella per tutti”. L’editore aggiunge: “Sono pagine che trasmettono un grande messaggio di amore e la consapevolezza che ogni esistenza, pur con le forti limitazioni fisiche e i condizionamenti causati dalla malattia, è degna di esprimersi al meglio e di sperimentare ‘tutte le cose belle’ possibili, grazie alla vicinanza e all’aiuto dei propri cari e di un’intera comunità”.

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