Lavoro: mons. Nosiglia (Torino) incontra operai Martor. “Stillicidio di fabbriche che chiudono. Serve un sussulto di umanità e giustizia”

La Chiesa non ha il potere di “cambiare tali situazioni” delle aziende in crisi, ma ha il “preciso dovere” di essere solidale e vicina ai lavoratori e alle loro famiglie. Così mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, ha iniziato il suo incontro con gli operai della Martor di Brandizzo alle porte di Torino, un’altra delle aziende a rischio chiusura dell’area metropolitana piemontese.
“Assistiamo a uno stillicidio di fabbriche che intendono chiudere nel nostro territorio e – ha notato Nosiglia – non si comprende come mai le istituzioni non si adoperino per intervenire non solo dopo che alcune scelte appaiono già decise, ma prima: per prevenire e affrontare con impegno e determinazione le difficoltà proprie di una azienda del territorio in bilico o con gravi problemi di sopravvivenza”.
Nosiglia ha quindi puntato il dito sul mancato coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte aziendali e sulla lentezza degli interventi nei casi di emergenza. Occorre, ha affermato l’arcivescovo, che le crisi aziendali siano affrontate da una rete di soggetti “con una progettualità globale e condivisa”.
Per questo la diocesi di Torino “rilancia con forza la proposta di avviare un tavolo di riflessione operativa sul lavoro nel nostro territorio con tutti gli enti, soggetti, istituzioni e associazioni interessate a portare il proprio contributo. Sarà importante sostenere le leve della solidarietà anche del mondo del lavoro perché le difficoltà di una azienda non sono un fatto circoscritto ma un problema che coinvolge l’intera società”.
Rispetto al caso della Martor, aziende dell’automotive riconosciuta di grande eccellenza, mons. Nosiglia ha poi assicurato “il mio e nostro più ampio impegno anche mediante forme di sostegno concreto verso le famiglie che sono più esposte e in gravi necessità. Avvierò per questo sia con le istituzioni politiche ed economiche sia con la stessa proprietà un dialogo e confronto per far comprendere che la Chiesa di Torino, con le sue comunità parrocchiali, in particolare quella di Brandizzo, segue da vicino la vostra situazione e chiede di affrontarla con il massimo impegno da parte di tutti”. L’arcivescovo ha concluso auspicando “un sussulto di umanità e di giustizia” in chi ha in mano le sorti dell’azienda.

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