Donne migranti: Albero della vita-Ismu, alta percentuale di abusi subiti nei viaggi. Serve più conoscenza, consapevolezza e competenza nel sistema di accoglienza

Serve più conoscenza, consapevolezza e competenza specifica sul tema delle violenze di genere da parte del sistema di accoglienza perché la maggior parte delle donne migranti ha subito forme multiple di violenza agite da uomini conosciuti e trafficanti nel Paese di origine o durante il viaggio. La violenza fisica, sessuale e psicologica è presente in maniera significativa in tutti i Paesi. I casi di tortura sono stati rilevati soprattutto in Francia (49%) e in Italia (38%), mentre casi di mutilazioni genitali e matrimoni forzati sono frequentemente rilevati dagli operatori francesi; ciò dipende in parte dal Paese di provenienza delle donne richiedenti asilo e rifugiate. È quanto emerge da una ricerca quanti-qualitativa di Fondazione L’Albero della vita e Fondazione Ismu riguardante la violenza di genere su donne rifugiate e richiedenti asilo in Italia e in altri Paesi europei. Un fenomeno ancora sottovalutato e che ha importanti conseguenze anche sui minori. L’indagine si è svolta all’interno del progetto Swim–Safe women in migration, finanziato dal Programma diritti, uguaglianza e cittadinanza dell’Unione europea (2014-2020), ed è la prima rivolta a operatori e gestori di centri di accoglienza presenti nei 5 Paesi coinvolti nel progetto stesso (Italia, Francia, Gran Bretagna, Svezia e Romania) per indagare il fenomeno della violenza di genere. Coinvolto un campione di 437 operatori (70% donne) tra i 33 e i 45 anni (35%). Le violenze di genere legate all’orientamento sessuale dei migranti, si legge ancora nella ricerca, sono rilevate in misura più contenuta particolarmente in Italia (10%) e in Svezia (18%). Le differenti forme di violenza sono perpetrate più frequentemente da uomini che sono vicini alle donne migranti e che fanno parte del proprio nucleo familiare soprattutto per quanto rilevato dalle operatrici francesi e svedesi ed in misura leggermente minore dalle britanniche.

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