Pensionati: Istat, diminuiscono quelli che risultano occupati. Rischio povertà più basso tra le famiglie con pensionati

In Italia, i pensionati da lavoro che percepiscono anche un reddito da lavoro, pari a 406mila, diminuiscono anche nel 2018 (-1,2% rispetto all’anno precedente e -21,3% dal 2011), soprattutto nelle Regioni centro-meridionali. Si tratta di uomini in quasi otto casi su dieci, dei quali circa l’85% svolge un’attività lavorativa indipendente, oltre due terzi risiedono nelle Regioni settentrionali mentre un terzo lavora a tempo parziale. È quanto comunica oggi l’Istat diffondendo i dati del focus “Condizioni di vita dei pensionati” per gli anni 2017-2018.
Nel 2017, si stima che in Italia quasi una famiglia su due sia costituita o accolga almeno un pensionato (circa 12 milioni di nuclei); in particolare, nel 33,8% delle famiglie vi è un titolare di pensione e nel 12,6% due e più. Nel 21,9% dei casi le prestazioni ai pensionati sono l’unica fonte monetaria di reddito (oltre 2 milioni e 600mila di famiglie).
Dal report emerge poi che, in termini nominali, l’importo medio delle prestazioni pensionistiche del 2018 è aumentato del 70% rispetto a quello del 2000, “con una dinamica – spiega l’Istat – più marcata rispetto a quella registrata dalle retribuzioni medie degli occupati dipendenti. Rispetto al 2000, infatti, le retribuzioni sono aumentate del 35% in un contesto di crisi economica che si è associata anche a provvedimenti di blocco dei rinnovi contrattuali nel settore pubblico, favorendo così l’allargamento del gap tra le due curve”. Questo fatto spiega, forse, anche perché il rischio di povertà delle famiglie con pensionati (15,9%) è circa 8 punti percentuali inferiore a quello delle altre, confermando l’importante ruolo di protezione economica che i trasferimenti pensionistici svolgono per le famiglie. “Tra le famiglie con pensionati – prosegue il report –, le meno esposte al rischio di disagio economico sono quelle in cui è presente un pensionato che cumula redditi da lavoro con o senza altri componenti occupati (rischio di povertà rispettivamente a 3,3% e 5,7%) mentre le più vulnerabili sono costituite da pensionati senza altri redditi da lavoro che vivono con familiari non occupati (32,5%)”.

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