“La Rerum novarum: don Carlo De Cardona e l’episcopato cariatese e rossanese di mons. Giovanni Scotti (1911-1930)”. Questo il tema del convegno che si svolgerà oggi pomeriggio alle 18 nella Biblioteca diocesana “Santi Nilo e Bartolomeo” a Corigliano Rossano. Si tratta di una iniziativa che si colloca all’interno della settimana “De Cardona Day”, un’iniziativa promossa dall’Universitas Vivariensis nel segno di don Carlo De Cardona, figura centrale del cattolicesimo sociale e della cooperazione rurale in Calabria e del quale oggi è in corso la causa di beatificazione e canonizzazione. Al convegno interverranno don Pino Straface, vicario generale della diocesi di Rossano-Cariati; don Gaetano Federico, direttore della Biblioteca diocesana e l’editore Demetrio Guzzardi coordinati da Tina Morello, presidente dell’Associazione Idee in movimento. Don De Cardona “conobbe bene l’arcivescovo Scotti”, sottolinea don Federico ricordando una lettera scritta dal don De Cardina al fratello: “Nel dire qualche parola di Giovanni Scotti provo un piacere nuovo: nella triste foschia della vita presente, io parlo di chi è stato figlio della luce: lo è e lo sarà per tutti i suoi amici, che non sono pochi. Io sento, prima di tutto, la di lui purità verginale. Nelle tante volte che fui ospite nell’episcopio di Cariati e di Rossano, una divina e ammonitrice fragranza di purità, non solo verginale ma addirittura claustrale, spirava dalle persone e dall’ambiente. Quanto c’è da ricordare e da imparare!”. Don Scotti era originario di Barano d’Ischia. Ordinato sacerdote nel 1898 a 30 anni venne nominato canonico della cattedrale di Ischia e rettore del Seminario diocesano. Venne nominato vescovo di Cariati il 21 febbraio 1911, a 37 anni. Qui si occupò subito del Seminario e ebbe un’attenzione particolare all’apostolato sociale: istituisce, infatti, a Cariati e nei principali Comuni della diocesi delle Casse rurali. Successivamente costituisce la Cooperativa dei pescatori e fonda, sempre a Cariati, la Scuola tecnica per la formazione professionale dei giovani. Durante la Prima Guerra mondiale mise a disposizione il Seminario, per ospitare i profughi friulani, soprattutto bambini, affidandone la cura a due sacerdoti anch’essi profughi e nella struttura di Savelli a quattro suore profughe con l’istituzione di un asilo. Il 14 dicembre 1918 venne promosso arcivescovo di Rossano; tuttavia, dal 1927 svolse a Cariati il ruolo di amministratore apostolico. Morì a Procida il 16 ottobre 1930.