Nel secondo giorno di plenaria, il Parlamento europeo affronta i lavori tornando a discutere della situazione in Ucraina e del sostegno dell’Ue a Kiev. Presente in aula l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas, che apre il suo intervento ricordando “l’attacco più micidiale” sferrato dalla Russia negli scorsi giorni, che ha danneggiato anche una sede delle istituzioni nella capitale ucraina. “Putin ha zero interesse alla pace, non si fermerà fino a quando non lo sarà costretto a farlo”. L’ex premier estone sottolinea l’aiuto che l’Ue ha fornito a Kiev in termini economici, 169 miliardi di sostegno finanziario dal febbraio 2022, 63 miliardi per il sostegno militare a cui, quest’anno, si aggiungono altri 25 miliardi da parte degli Stati membri. “Ad oggi l’80% dell’obiettivo dei due milioni di munizioni è stato raggiunto” conferma Kallas, ribadendo come l’urgenza sia garantire che “l’Ucraina possa difendersi, possa difendere i civili e respingere l’aggressione”.
Al centro del discorso anche il tema delle forniture energetiche, recentemente richiamate dal Presidente americano Donald Trump nel corso dell’incontro con i Volenterosi: “Noi europei eravamo i principali importatori di idrocarburi russi, ma ora non lo siamo più – assicura Kallas – ed entro il 2027 non importeremo più gas e petrolio dalla Russia”. Ma l’Europa guarda già a un domani di pace: “L’unica opzione che abbiamo è esercitare sempre più pressioni sulla Russia, fornire più aiuto all’Ucraina e prepararci per il day after. Questo significa più sanzioni e cercare di contrastare l’aggiramento delle sanzioni, soprattutto le navi ombra”. Quindi conclude: “L’adesione dell’Ucraina all’Ue dà speranza agli ucraini, la possibilità di vivere in libertà e in prosperità. La sicurezza di Kiev è sicurezza per l’Europa e finché continua questa guerra illegale della Russia noi dobbiamo continuare a combattere”.