Haiti: popolazione senza servizi e assistenza sanitaria. Gli allarmi di Croce Rossa e Medici senza frontiere

“Alle popolazioni dei quartieri più colpiti manca tutto: assistenza sanitaria, acqua pulita, cibo, sicurezza. Molti bambini, donne, malati e feriti sono lasciati senza protezione ed esposti alla violenza quotidiana”. A denunciarlo e la Croce Rossa internazionale
Le conseguenze di questa violenza sono catastrofiche. Per quanto riguarda gli aspetti sanitari, molti ospedali non possono più funzionare correttamente. L’Ospedale universitario statale di Haiti, la più grande struttura pubblica del Paese, è stato attaccato mentre si preparava a riaprire. Anche l’ospedale privato Bernard Mevs, così come diversi operatori umanitari, sono stati presi di mira. Già nel 2024, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indicava che meno del 40% delle strutture sanitarie funzionava normalmente nella capitale.
In molti quartieri, denuncia la Croce Rossa, l’accesso all’acqua potabile è una sfida quotidiana, persino un pericolo mortale. I residenti devono spesso rischiare la vita per andare a prendere l’acqua, poiché alcuni punti di distribuzione sono situati in aree interessate da scontri armati.
“Tutti i bisogni sono urgenti – avverte Marisela Silva Chau, capo della delegazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa ad Haiti -. I servizi di base sono sospesi: le scuole sono chiuse, il sistema sanitario è al collasso e trovare cibo o acqua sta diventando un vero calvario, sia per le popolazioni sfollate che per quelle rimaste in queste aree desolate”.
Un’ulteriore conferma della situazione arriva dalle ultime scelte di Medici senza frontiere, ha annunciato, ieri, la chiusura dell’ospedale traumatologico di Carrefour, nella capitale di Haiti, Port-au-Prince. Una decisione collegata alla precedente decisione di chiudere, per motivi di sicurezza, il centro di emergenza di Turgeau. “Il centro di emergenza di Turgeau e l’ospedale traumatologico di Carrefour sono strettamente collegati nelle loro attività. Senza la possibilità di utilizzare questa strada per spostare i pazienti, trasportare il personale o consegnare le forniture mediche, queste strutture non possono più funzionare. Questo è anche il motivo per cui siamo stati costretti a ritirarci da Carrefour, a partire dal 9 aprile. È una decisione estremamente dolorosa, in un momento in cui le esigenze mediche vitali della popolazione continuano a crescere”, ha detto Benoît Vasseur, responsabile delle operazioni di Msf ad Haiti.
Secondo l’ong, “in queste due strutture mediche, le nostre équipe hanno osservato un allarmante aumento del numero di vittime della violenza. Tra gennaio e marzo 2025, le nostre équipe hanno curato più di 550 persone per traumi violenti. Nello stesso periodo, hanno fornito più di 3.600 consultazioni mediche e trattato più di 3.600 casi di emergenza. Nonostante questi ritiri, abbiamo continuato le nostre attività in altre infrastrutture mediche a Port-au-Prince e nella regione meridionale di Haiti”.

 

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