Consiglio d’Europa: rapporto su contraffazione dei prodotti medici, lacune da colmare in diversi Stati

È stato reso pubblico il primo rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sulla contraffazione dei prodotti medici e reati simili che comportano minacce alla salute pubblica (Convenzione Medicrime). Emerge come solo in 13 dei 23 Stati parte della Convenzione ne siano state attuate le disposizioni, in particolare con le misure adottate nel contesto della pandemia di Covid-19. Le valutazioni alla base del rapporto riguardano le azioni attuate in otto aree fondamentali: prevenzione, formazione, protezione delle vittime, cooperazione, individuazione, indagine, sanzioni e raccolta dati. Confrontando gli approcci adottati dagli Stati parte, individua le buone pratiche e formula raccomandazioni per colmare le lacune esistenti. Tra i punti di debolezza che emergono, l’efficacia dei sistemi di cooperazione, così come insufficienti sono i sistemi per rilevare i prodotti contraffatti, anche se le indagini vengono svolte in modo sistematico e indipendente dai reclami. C’è discrepanza, tra i Paesi, nell’imporre sanzioni così come scarsa è la raccolta dei dati sull’impatto dei prodotti medici falsificati. Positiva l’intensificazione degli sforzi – soprattutto in tempo di pandemia – per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi dei prodotti medici contraffatti e sull’acquisto di medicinali da piattaforme online non autorizzate. Il rapporto offre quindi alcune raccomandazioni, a partire da un incoraggiamento alla cooperazione tra le parti interessate, compresa la società civile. L’Italia ha aderito alla Convenzione nel 2011, ma non l’ha mai ratificata e quindi non è ancora in vigore sul territorio italiano.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori