Partirà domani mattina (fino a venerdì) per il Libano l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, per incontrare gli uomini e le donne della brigata “Sassari” impegnati in qualità di peacekeepers sotto l’egida delle Nazioni Unite lungo il confine meridionale con Israele. Nella chiesa “Maria Decor Carmeli e San Giovanni XXIII”, situata nella base “Millevoi” di Shama, sede della Joint Task Force-Lebanon Sector West, comando multinazionale a guida italiana, nell’ambito della Missione Unifil, l’arcivescovo venerdì mattina celebrerà la Messa giubilare. La chiesa, infatti, è uno dei luoghi giubilari stabiliti per decreto dall’arcivescovo castrense e scelti anche tra quelli presenti nei luoghi operativi dove i militari italiani prestano il loro servizio. Con questa visita, spiegano al Sir dall’Ordinariato militare, “mons. Marcianò vuole ribadire l’apprezzamento, la riconoscenza e la stima che la Chiesa castrense e l’Italia tutta nutrono per i nostri militari per il bene che, anche in questa terra martoriata dalla storia, hanno saputo seminare, per quanto hanno fatto, con professionalità e sacrificio, durante il loro mandato e per lo stile peculiare nel farlo”. Una vicinanza confermata anche durante gli ultimi mesi, molto pesanti, a causa della guerra tra Israele e Hezbollah, “che hanno visto il contingente Unifil attento ad evitare un’ulteriore escalation di violenza”. Sono circa 1.200 i soldati italiani in servizio nell’Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon), schierati nel settore occidentale della missione, vicino al confine con Israele. Il grosso del contingente appartiene alla Brigata Sassari. Le sue basi principali sono a Shamaa, nella zona chiamata “Leonte 2”, a Mayoun nella base “Leonte 1” e nel quartier generale del Sector West di Shama, a pochi chilometri dalla Blue Line.