“Oggi siamo molto più sicuri della nostra alimentazione perché l’Unione europea impone standard rigorosi di sicurezza alimentare e si preoccupa di assicurare controlli diffusi ed efficaci. Ci sentiamo sicuri anche per quanto riguarda i farmaci e la loro sperimentazione, in virtù del coordinamento tra le agenzie del farmaco dei diversi Stati dell’Unione”. Questi alcuni dei risultati dell’integrazione ricordati questa mattina a Messina dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sua lectio doctoralis in occasione del conferimento del Dottorato honoris causa in Scienze delle Pubbliche amministrazioni.
“La proprietà intellettuale è protetta a livello europeo e questo ne rafforza la tutela”, ha proseguito il capo dello Stato, evidenziando che “i nostri voli sono sicuri, per via delle regole imposte dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea. Grazie ad accordi conclusi in ambito europeo possiamo viaggiare senza passaporto e senza sostenere costi aggiuntivi per telefonare”. E poi anche “la criminalità viene contrastata con maggiore efficacia, aumentando la nostra sicurezza, in conseguenza delle diverse forme di cooperazione rafforzata che siamo riusciti a realizzare tra le forze di polizia dei Paesi membri”. “Questo – ha ammonto –, naturalmente, non significa ignorare i limiti delle regole europee. Bisogna esserne consapevoli e impegnarsi nel rimuoverli e superarli, agendo con sempre maggiore efficacia per migliorare il funzionamento delle Istituzioni dell’Unione”. “Dall’esame dell’attuale assetto dell’amministrazione europea e dei principi sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali emerge, quindi, la tendenza a una progressiva convergenza tra ordinamento europeo e ordinamenti nazionali”, ha proseguito il presidente, rilevando che “ciò appare dovuto alla natura dei fenomeni e delle questioni emergenti oggetto dell’azione amministrativa”. “Il cambiamento climatico, la crisi energetica, la carenza di materie prime essenziali per lo sviluppo tecnologico, i movimenti migratori, la transizione digitale, la difesa, la cybersicurezza – ha commentato – non sono problemi risolvibili autonomamente dagli Stati nazionali ma richiedono l’interazione tra parlamenti, esecutivi e amministrazioni nazionali, europee e, se possibile, sovranazionali”.