“Fu un architetto della Costituzione italiana; riteneva la centralità della persona una priorità della politica; sostenitore della solidarietà contro l’indifferenza di fronte all’intolleranza delle differenze; ebbe un’avversione contro la mediocrità ritenendo inammissibile l’ingiustizia sociale in una realtà che si dice democratica. Il suo contributo per la Costituzione è evidente soprattutto negli artt. 2 e 3”. Lo ha detto Giulio Alfano, docente presso la Pontificia Università Lateranense, intervenendo, ieri sera a Roma, presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati, al convegno “Giorgio La Pira: attualità di un pensiero per la pace”, promosso da Vision & Global Trends (International Institute for Global Analyses), in collaborazione con la Commissione Affari Esteri – Camera dei deputati, con il patrocinio della Fondazione Giorgio La Pira e della Società Italiana di Geopolitica. “La Pira – ha aggiunto Alfano, che si è detto confratello del Sindaco di Firenze perché anche lui terziario domenicano – puntava all’unità morale e civile per costruire una vera comunità. Per il ‘sindaco santo’ si poteva fare politica senza essere dei politici, ovvero senza avere tessere di partito ma contribuire a un senso comunitario in cui riconoscersi reciprocamente nella fraternità”.