“Che cosa significa influencer? La capacità di influenzare, cambiare qualcuno o qualcosa”. Lo ha detto, stamattina, il card. Luis Antonio Tagle, pro‑prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, durante l’omelia della messa giubilare nella basilica di San Pietro, celebrata in occasione del primo Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici. “La parola ‘influenzare’ deriva dal latino influere, che significa ‘scorrere dentro’ o ‘riversarsi in’”, ha spiegato, ricordando come nel latino medievale il termine “influentia” indicasse anche l’influsso delle stelle sulle cose terrene. “Gli influencer, quindi, sono un fluido che fluisce da alcune stelle. Ma quali stelle?”.
Tagle ha poi richiamato l’attenzione sul potere e la responsabilità dell’influenza nella società contemporanea. “Influenzare ed essere influenzati è quotidianità: la vita ordinaria è un arazzo di influenze che si incrociano. Quando influenziamo, anche noi siamo influenzati: come l’ambiente e la terra ci condizionano, così la nostra attività condiziona la società”. Ma non tutte le influenze sono benefiche, ha avvertito il cardinale. “Si può influenzare anche in modo malevolo. Così, per il profitto monetario, alcuni produttori ricorrono a pubblicità ingannevoli, anche utilizzando personaggi famosi. Ho scoperto video, generati non so da chi, di me stesso, in cui consigliavo delle medicine per l’artrite”.
“Vediamo, odoriamo, tocchiamo fluidi velenosi o influenze provenienti da stelle pericolose: fate discernimento, fratelli e sorelle. Non dovreste usare fluidi o influenze dannose: non siete solo influencer, ma anche missionari”, ha affermato, rivolgendosi direttamente ai partecipanti. Un richiamo forte, carico di urgenza spirituale e culturale, che ha inaugurato con solennità e profondità la seconda giornata del Giubileo, sottolineando il valore pastorale e profetico della presenza cristiana negli ambienti digitali.