Gaza: diaconi italiani, “fermare l’assedio è un dovere morale e cristiano”

“Non si tratta solo di sofferenza fisica, ma anche psicologica. I bambini dicono ai genitori che vogliono andare in paradiso, perché lì almeno c’è da mangiare”. Con queste parole, tratte dalla testimonianza di un’operatrice umanitaria, la Comunità del diaconato in Italia lancia un appello urgente per la fine dell’assedio di Gaza, unendosi a numerose organizzazioni che chiedono un immediato cessate il fuoco. “Non c’è una guerra ma uno sterminio”, si legge nel documento diffuso oggi, in cui si denuncia l’uso della fame come arma e si richiama l’articolo 11 della Costituzione italiana: “L’Italia ripudia la guerra”. I diaconi invitano i governi e le Chiese a non attendere oltre: “È il momento di agire”, scrivono, esortando l’Unione europea a intervenire per porre fine all’assedio. A fronte della diffusione di malattie, della fame e delle stragi quotidiane nei punti di distribuzione alimentare, la denuncia si fa preghiera e impegno: “I diaconi, come artigiani di pace, devono essere ‘icona luminosa’ della grazia ricevuta e incarnare una diaconia della speranza, della fede e della carità”. Nell’appello si rilancia anche la richiesta, già espressa dal card. Parolin, di riconoscere lo Stato di Palestina: “Due popoli, due Stati, in autonomia e sicurezza”. La lettera si conclude con l’invito a tutti i diaconi e le loro spose a unirsi all’appello, facendo della cura e dell’impegno per la dignità umana la via per costruire la pace: “I diaconi, come artigiani di pace, hanno il compito gravissimo e non deponibile di illuminare con la loro vita, la loro riflessione e le loro parole questo segno di speranza per l’umanità intera”.

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