Colombia: clamorosa condanna per l’ex presidente Uribe. Arcivescovo Monsalve, “la verità ci renderà liberi”

Clamorosa condanna, in Colombia, per l’ex presidente della Repubblica, Álvaro Uribe. Lo ha stabilito, a Bogotá, la giudice Sandra Liliana Heredia, in quello che nel Paese è stato definito il “processo del secolo”, contro il politico più influente dell’ultimo trentennio, capo dello Stato dal 2002 al 2010. L’ex presidente è processato per i presunti reati di corruzione di testimoni e frode procedurale. L’udienza non si è ancora conclusa e, al momento, è stata riconosciuta soltanto la prima accusa, per la quale è prevista una condanna a 12 anni. Assai complesso l’iter giudiziario, al termine del quale “è sufficientemente provata la materialità del reato di corruzione nei confronti del testimone Juan Guillermo Monsalve, che nel settembre 2011 aveva rilasciato un’intervista all’allora deputato Iván Cepeda”, nel quale venivano messi in luce i legami tra Uribe e gruppi paramilitari, che risalivano al periodo in cui egli era governatore del dipartimento di Antioquia. L’ex presidente aveva denunciato Cepeda, oggi senatore della maggioranza di Governo, ma l’accusa gli si è, appunto rivolta contro, una volta emersa l’ipotesi di corruzione del principale testimone.

Questa sentenza fa seguito a quella che, la settimana scorsa, ha portato a una nuova condanna contro la multinazionale delle banane Chiquita Brands, in particolare contro sette ex manager, condannati a 11 anni e 3 mesi, una volta accertato il pagamento di ingenti somme a gruppi paramilitari, che controllavano il territorio e, di conseguenza anche la produzione delle banane, nel nord del dipartimento di Antioquia. Entrambi i casi giudiziari, pur distinti tra loro, mostrano la potente capacità di controllo e infiltrazione dei paramilitari nella vita pubblica colombiana, come è stato spesso sostenuto dal gesuita Javier Giraldo. “La vicenda di Uribe – riferisce dalla capitale colombiana Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani – nasce da una lunga maratona televisiva del 17 settembre 2014, tenuta da Cepeda contro la ‘narcopolitica’ dell’ex presidente. La sentenza mostra i limiti di un modello politico che ha avuto connessioni con il paramilitarismo”

Attraverso i social, è arrivato il commento dell’arcivescovo emerito di Cali, mons. Darío Monsalve, mai tenero con Uribe: “Il processo del 28 luglio segna, come nel ‘mito della caverna’ di Platone, il passaggio dalle ombre che spaventano alla realtà che terrorizza: quella dell’inganno, della menzogna e delle catene che legano il prigioniero. ‘La verità ci renderà liberi’, per ascendere e uscire insieme dalla caverna”. La sentenza, tuttavia piomba come una bomba nella complessa vita politica colombiana, e provoca la reazione degli Usa, e in particolare, del Segretario di Stato, Marco Rubio: “L’unico crimine dell’ex presidente colombiano Uribe è stato quello di lottare e difendere instancabilmente la sua patria. L’uso strumentale del potere giudiziario colombiano da parte di giudici radicali ha ora creato un precedente preoccupante”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa