“Il 20 giugno ricorderemo l’omicidio dei sacerdoti Joaquín Mora e Javier Campos, nonché della guida turistica Pedro Palma, avvenuto nel tempio di San Francisco, nel comune di Cerocahui, Chihuahua. Questo evento ha dato origine al Dialogo nazionale per la Pace, un movimento che ha portato alla creazione di un’Agenda Nazionale per la Pace e di diversi spazi di dialogo tra attori locali, statali e nazionali per costruire la pace”. Lo scrive, in un comunicato, lo stesso Dialogo nazionale per la pace, costituito dai principali organismi della Chiesa messicana, a partire dall’episcopato. Quella data, infatti, proprio per il processo che ha innescato in tutto il Paese, diventa simbolica per ricordare che “ogni morte e ogni scomparsa nel Paese dà senso a questo movimento, come quello delle madri in cerca dei propri figli”. “Il Paese continua a versare sangue ovunque: nelle campagne, nelle città, nei burroni, nelle piazze, nelle strade, nelle carceri, nelle stazioni della metropolitana o alle frontiere. È tempo di raddoppiare gli sforzi per fermare questa violenza”, denuncia il Dialogo nazionale per la pace, che invita tutte le comunità ecclesiali a compiere le seguenti azioni: suonare le campane in tutte le chiese del Paese il 20 giugno alle 15; pregare per le vittime della violenza il 20 giugno, in tutte le celebrazioni che si terranno nel Paese; informare sui progressi di questo movimento per continuare a coinvolgere gli attori sociali che desiderano costruire la pace; particolari preghiere e gesti di sensibilizzazione durante le messe di domenica 22 giugno.