Diocesi: Bologna, da domani il card. Zuppi in Tanzania nella missione di Mapanda. Mercoledì dedicazione della nuova chiesa a San Giovanni Battista

Da domani a domenica 29 giugno l’arcivescovo di Bologna, card. Matteo Maria Zuppi, sarà in visita alla missione di Mapanda (Tanzania) in occasione della dedicazione della nuova chiesa parrocchiale, insieme ad una delegazione della Chiesa di Bologna. La liturgia per la dedicazione sarà celebrata martedì 24, Festa della Natività di San Giovanni Battista, a cui sarà dedicata la chiesa. La delegazione bolognese che accompagnerà l’arcivescovo sarà composta da mons. Giovanni Silvagni, vicario generale per l’Amministrazione, don Francesco Ondedei, direttore dell’Ufficio diocesano per la Cooperazione missionaria tra le Chiese, don Davide Marcheselli, primo parroco di Mapanda, Paola Ghini, da anni impegnata nelle attività missionarie, Aldo Barbieri che ha progettato la nuova chiesa, suor Vincenza Di Nuzzo, madre generale delle Minime dell’Addolorata, mons. Juan Andrés Caniato, direttore dell’Ufficio diocesano “Migrantes”, e una rappresentanza di sacerdoti, diaconi e fedeli delle diocesi.
Dal gennaio 1974 la Chiesa di Bologna è presente in Tanzania con alcuni sacerdoti diocesani “fidei donum”, con le Suore Minime dell’Addolorata, i Fratelli e le Sorelle della Famiglia della Visitazione e con diversi laici.
“Con questo viaggio per la consacrazione della nuova chiesa di Mapanda – afferma mons. Silvagni – giungerà a compimento un progetto iniziato più di dieci anni fa e che prevedeva la costituzione di una nuova sede parrocchiale, dotata di tutti i locali essenziali da una comunità missionaria che opera in un territorio molto esteso. Tutto il complesso degli edifici della parrocchia, inclusa la chiesa, è stato progettato dall’ing. Aldo Barbieri che ha seguito ogni fase dei lavori, dalla scelta del terreno fino al completamento delle singole costruzioni. Finalmente questa vasta comunità costituita da otto villaggi, distanti anche alcune ore di viaggio dalla sede centrale, disporrà pure di una chiesa adeguata a contenere grandi assemblee oltre ai necessari edifici pastorali”.

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