“Vorrei chiedervi di sforzarvi, se non lo fate già, almeno una volta al giorno, di immedesimarvi, di mettervi nei panni delle persone che si rivolgono a voi, che hanno bisogno del vostro lavoro e del vostro servizio. Sempre nel rispetto di leggi e procedure, ma sentendo come proprio il bisogno di chi si rivolge a voi”. È l’esortazione rivolta oggi da mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, ai dipendenti pubblici di Latina che nella cattedrale di San Marco hanno celebrato il loro Giubileo. Erano presenti il sindaco Matilde Celentano e altre autorità civili e militari del territorio pontino.
“Siete davvero tanti, non solo presenti ma anche come rappresentanti delle più diverse realtà della città e della provincia”, ha osservato il presule, aggiungendo che “la vostra iniziativa mostra quanto il Giubileo che stiamo celebrando eserciti un forte potere evocativo su tutti. E di fatti esso racchiude la promessa e la speranza di un riscatto”. “Perciò – ha proseguito il vescovo – interpreta anche un sogno, che forse in tanti di noi non è del tutto svanito, quello di ritornare noi stessi, di ritrovare il nostro volto migliore, di ricominciare senza più il peso dei tanti fardelli che altri o noi stessi ci siamo messi addosso anno dopo anno. Per questo, nel Giubileo, ha un’importanza fondamentale la tonalità penitenziale, perché vuole essere un momento di verità, nel quale ci mettiamo dinanzi a noi stessi e ripartiamo dal riconoscimento onesto di come stanno le cose con noi stessi e dove c’è da correggere, incoraggiare, riorientare”. “A questo proposito, una delle pratiche del giubileo è la confessione personale; magari alcuni di voi l’hanno già celebrata; invito tutti a cercare un’occasione in questo anno giubilare per farla per bene”, ha continuato mons. Crociata, prima di rilevare che “non c’è dubbio che tante cose hanno bisogno di migliorare attorno a noi”. E “c’è bisogno di un’opera assidua di razionalizzazione e di perfezionamento di procedure e norme per far sì che le cose, appunto, vadano meglio”.
“Mi convinco sempre di più, però, a questo riguardo, che le democrazie occidentali – per guardare a un orizzonte molto più vasto del nostro – danno segnali più o meno allarmanti di crisi perché non ci si vuole misurare con una osservazione elementare. Il sistema sociale più perfetto che si possa codificare non funzionerà mai, e meno che mai perfettamente, se non ci sono cittadini che operano in conformità con le norme e le procedure stabilite, e lo fanno rettamente e di buon animo”, ha notato il vescovo, rimarcando che “ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte al meglio, là dove si trova ad operare, sapendo che questo è il contributo che dipende solo da lui per far andare meglio questo mondo e contrastare le cose che non vanno”. Secondo mons. Crociata, “non è la via moralistica a renderci migliori, ma solo l’esperienza e la fede che c’è un Dio che ha a cuore le nostre persone, le persone a noi care, la nostra vita. Lo dice il Vangelo, che invita a non preoccuparsi di ciò che dobbiamo mangiare o vestire domani, perché ‘il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno’. Nessuna forma di sicurezza materiale, ma solo la fiducia in Dio ci dà la capacità di tenere a bada le paure che ci attanagliano e di operare con fedeltà e costanza”. “Ciò che dobbiamo fare è trasmettere agli altri questo senso di fiducia che dà consolazione, sicurezza e speranza alle nostre persone e alla nostra vita”, ha ammonito il vescovo, sottolineando che “il modo migliore per aiutare se stessi è aiutare gli altri”. “Il lavoro fatto bene, con cura e diligenza, ha un altro sapore e dà anche gioia e soddisfazione”, ha concluso mons. Crociata: “Guardiamoci da ogni forma di cinismo e usciamo da questa chiesa facendo un buon proposito, prendendo un impegno con noi stessi. Credo questo sia il modo migliore di celebrare il vostro Giubileo”.