“La figura del beato Hossu va conosciuta per i valori che ci insegna con la sua vita animata dalla fede, la speranza e l’amore in Dio”. Lo ha detto mons. Giampiero Gloder, nunzio apostolico in Romania, ad un evento dedicato, il 26 maggio, al vescovo romeno martire per la fede. Nella stessa circostanza, il vescovo greco-cattolico di Bucarest, mons. Mihai Frățilă, ha sottolineato che “la Chiesa di Iuliu Hossu oggi non si nasconde più, come durante la persecuzione, e continua a testimoniare con coraggio la sua fede”. Il vescovo Hossu (1885-1970), alla cui memoria lo Stato romeno ha dedicato l’anno 2025, è stato al centro dei lavori del Sinodo della Chiesa greco-cattolica romena, riunito il 26-27 maggio a Bucarest.

(Foto Eparchia di Bucarest)
All’assemblea hanno preso parte tutti i vescovi della Chiesa greco-cattolica romena, tranne il card. Lucian Mureșan (94 anni), impossibilitato per problemi di salute. I vescovi hanno partecipato la sera di 26 maggio ad un concerto della Filarmonica “George Enescu” di Bucarest, dedicato al beato Iuliu Hossu. E il 28 maggio prenderanno parte ad una conferenza sul card. Hossu, organizzata dall’Istituto romeno per lo studio del totalitarismo, e all’inaugurazione di una mostra fotografica sui sette vescovi greco-cattolici martiri, beatificati da Papa Francesco il 2019. Durante il sinodo, i vescovi hanno parlato dello statuto e il ruolo delle Commissioni sinodali e hanno analizzato questioni canoniche, amministrative e pastorali. La prossima l’assemblea sarà a Blaj, tra 21-22 ottobre.