“Nell’epoca dell’uomo solo al comando, dei capipopolo belligeranti in dispregio alla vita, apre il cuore sentire Papa Leone, poliglotta e con una chiara visione universale, parlare di inclusione, dialogo, collaborazione reciproca, sinodalità. Conforta udire da lui il rifiuto della logica del condottiero solitario che, nella presunzione di essere guida autorevole, finisce con il fare attorno a sé terra bruciata”. Lo ha affermato ieri sera l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, presiedendo in cattedrale la messa di ringraziamento per l’elezione del nuovo Pontefice.
Ricordando le parole con cui Leone XIV ha dato inizio al suo ministero come successore di Pietro, il presule ha raccontato che “le ho ascoltate assieme al parroco del Vanoi don Augusto Pagan, mentre in macchina, dopo aver sentito della fumata bianca, ci recavamo a Fiera di Primiero. Con gioia entrambi abbiamo commentato: davvero un bell’inizio!”. “In quest’ora così violenta, mentre rassegnati e stanchi ci auguriamo la fine dei conflitti, Papa Leone, come Pietro il mattino di Pentecoste, ci ha annunciato che il Risorto, Pace disarmata e disarmante, ha piantato in modo definitivo la sua tenda in mezzo a noi”, ha commentato mons. Tisi, aggiungendo che “rimanere in Lui, come ci ha ricordato Giovanni nel Vangelo, è la straordinaria opportunità data a noi e alla Chiesa per diventare seminatori di speranza e costruttori di pace”. L’arcivescovo ha voluto “prendere le distanze” dalla narrazione secondo cui “la vita contemporanea viene rappresentata in perenne movimento, alle prese con continue novità e cambiamenti”. “L’ora presente – anche per la Chiesa – purtroppo non conosce la forza della novità ma – ha osservato – è prigioniera di schemi stantii ripescati dal passato. Fatichiamo ad alzare lo sguardo per orientarlo al futuro, ci limitiamo all’orizzonte schiacciato sul nostro ombelico”. “Rimanere in Lui significa, come ci ha ricordato Papa Leone nella sua prima omelia, ‘sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato (cfr Gv 3,30), spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo’”, ha rilevato mons. Tisi, per il quale “l’alba di questo nuovo pontificato è già ricca di luce. La Chiesa di Trento ha pregato e continuerà a pregare con affetto filiale, affinché il colpo d’ala dello Spirito che ha condotto Robert Prevost sulla barca di Pietro, ne accompagni ora la navigazione, senza mai perdere la rotta”.