Festa Santa Rita: card. Reina, “il principio di vincere il male con il bene è quanto mai attuale”

(Foto Fondazione Santa Rita)

“Il male non si vince con altro male. Un male che si aggiunge al male è solo un male al quadrato. Non porta mai al bene. Non si è mai visto un male che produca un bene. Il male fa sempre e solo male: fa male a chi lo riceve, fa male a chi lo compie, perché atrofizza il cuore. Fa male al contesto sociale, alla Chiesa”. Lo ha detto oggi il card. Baldassare Reina, che ha presieduto il pontificale a Cascia per la Festa di Santa Rita. “Il principio di vincere il male con il bene è quanto mai attuale – ha osservato -. Santa Rita avrebbe potuto vendicare l’assassinio del marito. Avrebbe potuto rispondere al male con altro male e forse avrebbe anche ricevuto l’approvazione degli altri. Ma ha scelto una strada diversa: ha scelto la via del Vangelo. Ha scelto di perdonare”. Oggi, ha aggiunto, “siamo davvero molto preoccupati per ciò che accade nel mondo: tante guerre che non sembrano voler finire, anzi, che si intensificano con una violenza sempre più cieca. Ma se lasciamo un attimo da parte i conflitti internazionali – per i quali continuiamo a pregare – guardiamo anche al nostro contesto sociale. Quanta violenza anche nelle famiglie, nelle piccole comunità, nelle relazioni quotidiane. Sembra che l’unica arma a nostra disposizione per affrontare un conflitto sia la violenza. E non è raro, purtroppo, arrivare a casi estremi anche nella nostra bella Italia, dove si uccide l’altro. Pensiamo ai tragici casi di femminicidio: una violenza quasi normalizzata”.
Ricordando che Gesù ci ha indicato una via diversa, il porporato ha esortato: “Supera sempre con il doppio di amore. Non con il doppio di odio. Questo è un messaggio profetico. Qualche giorno fa, Papa Leone ha detto con chiarezza: ‘Dobbiamo disarmare il linguaggio’. E noi oggi lo sentiamo come un appello urgente: abbiamo bisogno di disarmare il linguaggio, i sentimenti, il cuore. Abbiamo bisogno di immaginare strade nuove, di costruire relazioni che siano davvero umane, prima ancora che cristiane”.
Il cristianesimo, ha avvertito il card. Reina, “non può essere la religione delle occasioni. Arriva la domenica, arriva il Natale, arriva la Pasqua, arriva una festa… ci ricordiamo di essere cristiani, ci avviciniamo a Dio, magari facciamo la Comunione. Ma poi? Il resto della vita non è toccato da quel Vangelo”. Allora, “dobbiamo andare in profondità. E qui ritorna un altro messaggio forte della vita di Santa Rita.
Una donna che ha vissuto un rapporto così intimo con il Signore Gesù da portare nel suo corpo i segni della sua Passione. Rimanere in Lui non significa avere una vita facile. La fede non è magia. Il cristianesimo non è magia. Siamo cristiani, sacerdoti, monache, consacrati e consacrate a vario titolo… e abbiamo vite complicate. Vite segnate dalla malattia, dalla fatica, da qualche fallimento, dalla tentazione. Esattamente come Santa Rita. E la fede è proprio ciò che ci aiuta ad affrontare tutto questo, con la consapevolezza che Dio è con noi. Che non ci abbandona”.
“Il mondo – ha concluso il cardinale – ha bisogno del profumo della santità, della fraternità, della gentilezza, dell’accoglienza, del sentirsi famiglia. Cascia può essere quel centro da cui questo profumo si diffonde.

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