Diocesi: Brindisi-Ostuni, questo pomeriggio a Mesagne il quinto appuntamento del Corso di pastorale della salute “In ascolto di te” dedicato alle persone con disturbi mentali

“In ascolto di te… L’accompagnamento umano e spirituale di persone con disturbi mentali” è il titolo del quinto e penultimo appuntamento del ciclo di incontri del Corso di pastorale della salute promosso dal Centro volontari della sofferenza di Brindisi-Ostuni e dall’Ufficio per la pastorale della salute dell’arcidiocesi di Brindisi – Ostuni, con il patrocinio dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, dei Silenziosi operai della croce, e in collaborazione con l’Editoriale Romani. A guidare l’incontro, in programma questo pomeriggio alle 17:30, presso l’auditorium della chiesa “San Giovanni Paolo II” a Mesagne (Br), sarà Gianni Cervellera, teologo, collaboratore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale della salute e coordinatore del Servizio di attenzione spirituale e religiosa presso il Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio. Il suo intervento, “Che cosa dire e cosa fare. Parole, gesti, atteggiamenti di fronte a chi soffre di disturbi mentali”, offrirà spunti concreti per un accompagnamento rispettoso e consapevole delle persone che vivono situazioni di fragilità psichica. A moderare l’incontro fra Giuseppe Pio Abbruzzese, frate minore della Provincia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria di Lecce, ed Eleonora Giuri, responsabile diocesana Centro volontari della sofferenza di Brindisi-Ostuni. Il corso – sei incontri – si concluderà in giugno. L’iniziativa, si legge in una nota, “nasce dalla crescente consapevolezza dell’urgenza di affrontare il tema della salute mentale anche in ambito ecclesiale, per costruire comunità più accoglienti e preparate. L’obiettivo è promuovere un ascolto attivo, formare operatori pastorali e volontari capaci di riconoscere e accompagnare le fragilità, valorizzando ogni persona nella sua interezza, sia umana che spirituale”. La Chiesa, ha ricordato l’arcivescovo di Brindisi – Ostuni, mons. Giovanni Intini, è chiamata a diventare un “cantiere” vivo e aperto, dove “ogni carisma possa contribuire alla costruzione di una comunità più solidale, attenta e inclusiva”.

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