Terremoto L’Aquila 2009: mons. D’Angelo (arcivescovo) “costruire una comunità sempre più armonica e serena. Non arrendersi è dono di Dio”

Archivio (Foto P. Biondi)

“Siamo chiamati a guardare in avanti. Il cammino fatto in questi anni è stato faticoso e a volte accidentato, non semplice, ora si sta aprendo nel nostro territorio un nuovo futuro, questo, frutto di un lavoro sinergico e costante che ha richiesto e richiede il contributo di tutti e di ciascuno, ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte”. È l’esortazione di mons. Antonio D’Angelo, arcivescovo di L’Aquila, che ieri, nella chiesa di S. Maria del Suffragio, ha celebrato la messa in suffragio delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009. In questo giorno di memoria, che dopo 16 anni ci riporta alla ferita mortale subìta dalla nostra Comunità Aquilana – ha aggiunto il presule – è possibile guardare in avanti nella speranza che nasce dalla fede, mettendo in campo la sapienza e l’intelligenza che ha come mèta il bene della Comunità”. “Certamente siamo impegnati a ricostruire il patrimonio artistico e architettonico, ma soprattutto – ha sottolineato mons. D’Angelo – si è protagonisti nella ricostruzione dello spirito, anima della nostra persona. La bellezza che troviamo nelle strutture e nella nostra tradizione culturale, ereditata dai nostri padri, è per noi ricchezza di umanità, un dono che ci è stato consegnato e dal quale ne cogliamo i valori più alti e profondi dell’uomo, ma rimane l’impegno di trasmetterlo ai nostri figli”. Richiamando il significato della Pasqua imminente, l’arcivescovo ha parlato della rinascita nella “prospettiva di costruire una Comunità sempre più armonica e serena. Tale prospettiva non ha una valenza cronologica, ma si definisce nella comunione con Dio e proprio questa unione ci apre al futuro. L’anelito del futuro, la capacità di non cedere, di non arrendersi è dono di Dio; quindi, possiamo pensare e progettare il domani grazie all’opera del Signore presente nella storia”. E “in questo progetto di rinascita nessuno è escluso, tutti siamo responsabili, ognuno è chiamato a dare il suo personale contributo. Se dentro di noi ascoltiamo e diamo spazio a questo anelito di Vita, sicuramente riusciremo a fare cose straordinarie”.

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