Parlamento Ue: Fitzgerald (ex vicepremier Irlanda), “per contrastare le mutilazioni genitali femminili serve l’impegno dei governi”

(Foto Simone Matteis/SIR)

(Bruxelles) “La prima volta che ho avuto a che fare con un caso di mutilazione genitale su una donna mi trovavo a Gibuti”: comincia così l’intervento dell’eurodeputata Cecilia Strada in occasione dell’evento conclusivo di Chat Plus – Changing Attitude, il progetto dedicato alla sensibilizzazione e al contrasto delle mutilazioni genitali femminili in Europa che ha coinvolto sei associazioni partner provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Paesi Bassi. Strada passa poi in rassegna le statistiche su questa pratica definita “disumana”: 600mila le donne in Europa sopravvissute ad atti di violenza simili, a cui si aggiungono le oltre 190mila considerate a rischio e le 20mila che ogni anno fuggono da contesti in cui si pratica la mutilazione. Secondo l’ex vicepremier irlandese, Frances Fitzgerald, c’è bisogno di “maggior consapevolezza e impegno da parte dei governi”, come dimostra un’attesa lunga dieci anni per l’approvazione della direttiva sulla violenza di genere. “Viviamo in un mondo dove c’è una reazione contro i diritti delle donne, l’uguaglianza e l’inclusione, serve un lavoro collettivo e transnazionale”. Un punto, questo, su cui concorda anche Benedetta Scuderi, eurodeputata, presente nell’aula “Aldo Moro” del Parlamento europeo di Bruxelles: “Essere ancora qui significa in qualche modo che abbiamo fallito, perché questo problema doveva essere risolto già da tempo. Le campagne educative sono importanti, ma c’è bisogno di un impegno istituzionalizzato e di sensibilizzazione fin da piccoli”.

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