“Quando una famiglia viene colpita in modo così violento e feroce, tutta la comunità di Terni si sente ferita”. Lo afferma mons. Francesco Soddu, vescovo di Terni-Narni-Amelia, in un’intervista al Sir dopo il femminicidio di Ilaria Sula. “Ho inviato un messaggio di vicinanza: una presenza a distanza, ma molto sentita”, spiega il presule, che ha seguito i funerali “con attenzione” mantenendo “una distanza discreta”. Secondo mons. Soddu, “il dolore deve spingerci a riflettere su ciò che genera la sofferenza: la violenza” e per questo “servono punti di riferimento chiari, soprattutto per i giovani”. A preoccupare è anche il linguaggio pubblico: “È come una cascata che, se non controllata, diventa distruttiva”. Per il vescovo, “è necessario prima di tutto fare silenzio. Dal silenzio possono nascere riflessioni, non l’istinto”. Riferendosi al ruolo degli adulti, osserva: “Educare significa costruire percorsi virtuosi, azioni che generino pace, giustizia, solidarietà vissuta”. E aggiunge: “La diversità è spesso vista come un ostacolo all’autoaffermazione. Ma chi l’ha detto? È l’armonia delle differenze che fa crescere la persona e la collettività”. Infine conclude: “Come diceva don Tonino Bello, è nella convivialità delle differenze che si costruisce qualcosa di bello e di vero”.