“Sarebbe limitato pensare a questa celebrazione solamente come la festa dei presbiteri, è più adeguato pensarla come festa della nostra vocazione ad essere testimoni nel mondo dell’opera di salvezza di Cristo, in forza della partecipazione alla sua consacrazione”. Lo ha detto questa sera l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Giovanni Checchinato, durante l’omelia per la messa del Crisma nella cattedrale di Cosenza. Una celebrazione che introduce al Triduo pasquale che domani sera si aprirà con la messa In Coena Domini (Messa nella Cena del Signore) nel corso della quale si tiene anche il rito della lavanda dei piedi.
Il presule ha detto che Gesù è il “testimone fedele: è, cioè, colui che con la sua vita esprime perfettamente tutto quello che Dio ci vuole rivelare di se stesso” ed ha sottolineato, facendo riferimento alle parole e agli episodi della vita di Gesù quanto sono “differenti i pensieri del nostro tempo veicolati da teologie di bassa lega che annunciano un volto deformato e blasfemo di Dio! Penso – ha detto – alla cosiddetta teologia della prosperità, che diffonde la convinzione che Dio vuole che i suoi fedeli abbiano una vita prospera, dal punto di vista economico, sani da quello fisico e individualmente felici. Questo tipo di cristianesimo colloca il benessere del credente al centro della preghiera, e fa del suo Creatore colui che realizza i suoi pensieri e i suoi desideri. Questo pensiero trasforma Dio in un potere al nostro servizio, la Chiesa in un supermercato della fede, e la religione in un fenomeno utilitaristico ed eminentemente sensazionalistico e pragmatico”. Nello stesso tempo trasforma i poveri in “colpevoli della loro povertà, e fa diventare Dio nemico dei poveri e degli ultimi. Anche alle nostre latitudini si ascoltano ragionamenti simili da parte di chi sbandiera rosari e vangeli nelle piazze e fa morire la gente facendola naufragare nel Mediterraneo a bordo di barconi”. Se il “servizio” ai poveri, anche quello della Chiesa, “non viene inteso secondo la logica di Gesù – ha sottolineato mons. Checchinato – in una prospettiva di solidale ‘condivisione’ e ‘compassione’ operativa, non rispecchia più lo stile dell’Incarnazione, ma assume la logica della degnazione del potente verso l’impotente, la logica dell’imposizione del libero sul non-libero; una logica estrinsecista, separatista, non basata sulla solidarietà”. “Signore Gesù primogenito dei morti – ha concluso – che hai scelto di condividere tutto con noi, aiutaci ad essere fratelli e sorelle capaci di camminare insieme, aiutaci soprattutto a diventare attenti ai più poveri, a coloro che la giustizia stravagante dei nostri tempi ha reso meno degni del pane, del lavoro, della casa, dell’assistenza sanitaria; a diventare voce con le voci dei poveri che gridano giustizia. E facci diventare amici di coloro che sono più poveri di tutti, quelli che non ti conoscono, perché possano ricevere attraverso di noi la buona notizia del tuo vangelo”.
Domani, informa l’Ucs di Cosenza-Bisignano, alle 18, l’arcivescovo presiederà la solennità della Messa in Coena Domini durante la quale verrà fatta memoria dell’istituzione dell’Eucarestia e si terrà il rito della Lavanda dei piedi. A seguire l’adorazione eucaristica comunitaria. Venerdì Santo 18 aprile, alle ore 18, sarà celebrata l’azione liturgica in Passione Domini, presieduta da mons. Checchinato. Alle 20 la Via Crucis cittadina con ritrovo davanti alla Chiesa di Sant’Aniello. Sabato Santo l’arcivescovo presiederà la Veglia pasquale in Cattedrale alle ore 21 con la celebrazione dell’Iniziazione cristiana di tre adulti e domenica di Pasqua la Santa Messa alle ore 11 in Cattedrale.