Haiti: suor Queijo (missionaria portoghese) ad Acs, “qui tutti sono a rischio, molti hanno perso i loro beni e le loro case”

“Le persone stanno soffrendo molto. Possono essere a casa quando i banditi arrivano e li costringono a lasciare le loro case. Se sono fortunati non vengono uccisi, ma devono fuggire e rimanere nascosti per molto tempo. Molte persone hanno perso i loro beni e le loro case”. La situazione della popolazione di Haiti è stata raccontata così ad Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) da suor Helena Queijo, religiosa portoghese che opera nella missione spiritana della diocesi di Jacmel, nel Sud del Paese. L’area rurale relativamente sicura in cui lavorava ha visto un flusso costante di sfollati in fuga dalla violenza che ha travolto le città principali, compresa la capitale Port-au-Prince. Anche i rapimenti sono una minaccia costante: “Non rapiscono solo stranieri o sacerdoti e religiosi, ma anche persone semplici – ha continuato la missionaria -. Tutti sono a rischio a causa dell’insicurezza e dell’instabilità; nessuno è esente dal rischio di essere derubato o rapito. L’unica cosa che cercano è il denaro”.
Un’ulteriore denuncia sull’insostenibile situazione umanitaria nel Paese arriva dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). “Questa è una delle crisi più complesse e urgenti del mondo, con implicazioni per la stabilità regionale e globale”, ha dichiarato in un comunicato la direttrice generale dell’Oim Amy Pope, che ha visitato Haiti questa settimana, chiedendo un sostegno umanitario che non solo salvi vite umane, “ma che rafforzi anche la resilienza e la sicurezza per aiutare a stabilizzare le comunità e ridurre le condizioni che spingono alla migrazione forzata”.

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