
“La soglia va attraversata: si può sostare, ma non interrompere il cammino. La luce, trattenuta da una porta chiusa, si riversa verso l’esterno con un semplice gesto compiuto distrattamente nella quotidianità: l’apertura. Pensare al senso del cammino, alla soglia, all’attraversamento delle porte che collegano le varie stanze o ‘proteggono’ le abitazioni, aiuta a comprendere la delicatezza e l’importanza della comunicazione e dell’informazione”. È l’immagine utilizzata da Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei, per introdurre oggi pomeriggio il convegno “2025: A.I. confini della comunicazione” organizzato a Roma dallo stesso Ufficio in occasione della festa di san Francesco di Sales e del Giubileo del mondo della comunicazione.
Riflettendo sulle “tipiche azioni giubilari”, Corrado ha evidenziato che rispetto al passato oggi “siamo più ‘connessi’, ma sempre più isolati. Ecco, la contraddizione del pellegrinaggio per questo tempo, che conferma la realtà: non siamo soli! C’è sempre una persona che cammina accanto o che ha già percorso quello stesso tratto di strada lasciando tracce indelebili del suo incedere”. “È proprio nel movimento – ha proseguito – che si dà forma alla comunicazione e all’informazione”. “Il richiamo al camminare, in questa accezione, sottolinea la necessità di relazioni che accompagnino, sostengano e facciano fruttificare le storie ricevute in dono”, ha spiegato il direttore dell’Ucs: “È quell’intreccio di amore e donazione che si costruisce quotidianamente. Tanti piccoli confini verso cui spingersi per guardare meglio il centro del comunicare: il cuore, l’amore, la passione”. “Il nostro Giubileo, oltre che rappresentare il primo grande raduno dopo l’apertura dell’Anno Santo, è un appello a vivere pienamente il movimento che sta a fondamento della comunicazione e dell’informazione”, ha sottolineato, aggiungendo che “la riflessione – ed è il secondo gesto, con il suo attraversamento – spinge a una presa di coscienza di ciò che la Porta Santa può significare per la vita personale e comunitaria. Qual è il senso per gli operatori della comunicazione e dell’informazione?”. “La comunicazione e l’informazione – ha concluso – sono ‘arti della soglia’, che permettono una visione ampia della realtà. È uno degli slanci che arrivano dal Giubileo. A noi coglierne il messaggio e tradurlo in iniziativa”.