Un decreto generale del Patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, sull’amministrazione dei beni e delle risorse ecclesiastiche delle comunità parrocchiali, introduce nuove figure e una più aggiornata normativa, espressione e traduzione concreta del Cammino sinodale in atto nel Patriarcato e nella Chiesa italiana. Introdotto l’economo parrocchiale, in modo facoltativo, ma sarà uno strumento innovativo, frutto anche delle richieste e delle richieste dei parroci, volto a coadiuvare e sostenere l’operato dei presbiteri. Rafforzato anche il ruolo dell’Ufficio tecnico diocesano e ripensate le modalità di nomina dei Consigli Affari Economici parrocchiali guardando alle collaborazioni pastorali in cui un solo presbitero è parroco di più comunità. Uno speciale è stato pubblicato su “Gente Veneta”.
“Occorre anche tener conto che l’amministrazione dei beni temporali della Chiesa è diventata, progressivamente, un compito sempre più impegnativo che richiede competenze e professionalità che non si possono dare per scontate – scrive in una lettera il patriarca -. Le leggi dello Stato, i regolamenti degli Enti locali e le normative fiscali devono essere rispettate anche dalle parrocchie più piccole e chiedono attenzioni sempre maggiori e molti parroci – non solo nella nostra diocesi – denunciano che tale onere diviene sempre più insostenibile e domandano maggiore collaborazione. Devo dire, con dispiacere, che – in taluni e limitati casi – gli Uffici della Curia hanno anche rilevato situazioni di mala gestione e di prassi, da parte di alcuni (pochi) parroci, non rispettose delle norme canoniche e civili. È un fatto grave che contrasta con gli obblighi assunti al momento della immissione canonica nell’ufficio di parroco o di amministratore parrocchiale che offende la giustizia, genera scandalo e, alla fine, ricade sulle spalle dei fedeli e della Chiesa diocesana, a discredito dei molti (la stragrande maggioranza) parroci e fedeli laici che svolgono il compito dell’amministrazione con serietà, correttezza e impegno. Dobbiamo aiutarci a correggere gli errori, a valorizzare il molto bene seminato ed individuare e operare alcune scelte che concretamente realizzino forme di aiuto e collaborazione affinché il tutto non rimanga un mero auspicio e nessuno si senta demotivato”.