Sanità: 6 italiani su 10 si sentono in buona salute ma 8 su 10 chiedono al Governo più investimenti nel sistema pubblico

Sei italiani su 10 riferiscono di essere in buono stato di salute, poco più di 2 su 10 gode di una salute molto buona, mentre quasi 2 su 10 dichiara di avere uno stato di salute non ottimale. Non solo, in generale gli italiani ritengono di essere in grado di gestire la propria salute in modo efficace (67%) credendo sia importante collaborare con il personale sanitario (circa 8 italiani su 10), per occuparsene al meglio. In realtà però quando rilevano sintomi che ritengono inusuali o variazioni nel loro stato di salute, solo 4 su 10 ne parla con il medico. E’ quanto emerge da un’indagine di EngageMinds Hub, Centro di ricerca dell’Università Cattolica, campus di Cremona diretto dalla professoressa Guendalina Graffigna, diffusa oggi. Coloro che sono abituati a confidarsi con i medici, sono per la maggior parte gli anziani (68%), chi ha alta fiducia nel Servizio sanitario nazionale (73%) e nella ricerca scientifica (65%). E ancora: il 47% degli italiani non condivide con i medici di famiglia le preoccupazioni sullo stato di salute. Lo studio segnala però una crescita significativa rispetto al gennaio 2022 della percentuale degli italiani che danno valore alla collaborazione con il personale sanitario: si è passati da un 71% del 2022 all’80% del 2024.
“Le evidenze rilevate dall’ultimo Engagement Monitor – dichiara Graffigna – tratteggiano sì il quadro di un cittadino italiano sempre più attento alla sua salute e proattivo nella gestione della cura, ma le cui aspettative di ‘engagement’ nel percorso sanitario sono in qualche modo frustrate dall’esperienza di un personale sanitario non sempre disponibile o pronto a cogliere anche questa nuova dimensione partecipativa e psico-sociale del paziente”.
Oltre 7 italiani su 10 ritengono che il Governo debba investire più risorse sul sistema sanitario pubblico, mentre solo 2 su 10 pensano che sia meglio farlo nel privato. E ancora, oltre 8 italiani su 10 sono sfiduciati sull’impatto reale del Pnrr in tema di riforme da attuare in ambito sanitario. “Gli italiani appaiono divisi tra chi guarda di buon grado la sanità privata (tendenzialmente tra i più giovani) e chi invece auspica maggiori investimenti e rilancio della sanità pubblica – continua Graffigna -. In generale quello su cui si dovrebbe investire è anche la promozione di un engagement consapevole dei cittadini nella loro fruizione del sistema sanitario nazionale, volto a valorizzarne la dimensione di bene comune, e quindi di corresponsabilità dei fruitori stessi nella sua efficienza e sostenibilità”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa