San Francesco: Università Cattolica, dal 17 al 19 aprile il suo sguardo “rovesciato” sul mondo in un convegno internazionale a Milano e Brescia

“Il rovesciamento francescano dello sguardo sul mondo” è il tema del convegno internazionale sul Giullare di Dio, in programma dal 17 al 19 aprile all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Milano e di Brescia, sotto la direzione scientifica di Carla Bino e Michelangelo D’Acunto. Obiettivo, si legge in una nota, “investigare come la logica ribaltata di Francesco da ideale (la follia dell’intuizione) si sia incarnata nella storia (la realtà dell’istituzione), da un lato entro le forme ‘ordinate’ dell’organizzazione politica, civile, religiosa ed economica, dall’altro entro le forme della rappresentazione materiale”. La ricerca interdisciplinare ha ampiamente mostrato quanto la spiritualità francescana “abbia influenzato arte figurativa, letteratura, predicazione, devozione, drammaturgia, determinando una “funzionale” trasformazione delle forme della rappresentazione dalla quale non si può prescindere per comprendere la cultura umanistica e, con essa, la modernità”. Tra il XII e XIII secolo, il significato di ioculator Domini (giullare di Dio) è sovente collegato a quello di “santa semplicità” con cui si fa riferimento a chi non costruisce un’immagine apparente di sé, ma si presenta per quello che è. Il “semplice” è colui in cui “non c’è finzione. E il giullare è anche “colui che simbolicamente cammina a testa in giù e, così – si legge ancora nella nota -, propone uno sguardo capovolto sul mondo. La vita fraterna come sudditanza reciproca, la rinuncia radicale a potere e ricchezza, la sottomissione e minorità, la gratuità del dono, la nudità sono “proposte ribaltate” che invertono – o tengono insieme – dentro e fuori, essere e apparire, visione e azione, parola e gesto, alto e basso, sublime e umile. Lo sguardo ribaltato di Francesco è quello di un “folle di Dio” nuovo e diverso rispetto agli esempi orientali: “un novellus pazzus che non guarda dall’esterno il mondo, ma sceglie di essere in mundo: sceglie di agire nel mondo e con il mondo confrontarsi”.

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