Vescovi toscani: da lunedì in “Visita ad limina”. Mons. Tardelli (segretario), “dal Papa per essere confermati nella fede”

L’incontro con Papa Francesco aprirà, la mattina di lunedì 4 marzo, la “Visita ad limina apostolorum” dei vescovi toscani. Un appuntamento che si ripete normalmente ogni 5 anni, questa volta però il tempo si è allungato a causa della pandemia. “La Visita ad limina – spiega mons. Fausto Tardelli, segretario della Conferenza episcopale Toscana (Cet), sul settimanale Toscana Oggi – è un’antica e bella tradizione, segno di comunione nella Chiesa: periodicamente tutti i vescovi del mondo si recano a Roma per venerare gli Apostoli Pietro e Paolo ed esprimere la comunione con la Sede romana e quindi con il Papa”.
Nel 2013 i vescovi toscani furono i primi a incontrare papa Francesco dopo l’elezione. “Un bell’incontro – ricorda Tardelli – informale, familiare, bello anche a vedersi, tutti seduti intorno al Papa a chiacchierare sulla nostra Chiesa e sulla evangelizzazione del mondo”. Cosa si aspettano allora i vescovi toscani da questo nuovo incontro? “Ci aspettiamo quello che ci si aspetta dal successore di Pietro e che è ben indicato nel Vangelo: essere confermati nella fede”.
A segnare le varie giornate, le celebrazioni nella basilica di San Pietro (la mattina di martedì 5 marzo), nella basilica di Santa Maria Maggiore (6 marzo) , nella basilica di San Giovanni in Laterano (7 marzo) e la celebrazione conclusiva nella basilica di San Paolo fuori le mura, la sera di venerdì 8 marzo. I temi affrontati nell’arco delle varie giornate riguarderanno la vita delle diocesi nei vari aspetti: i vescovi si confronteranno con il Dicastero per la dottrina della fede, con quelli per i vescovi, per il clero, per la vita consacrata, per i laici, la famiglia e la vita. Si parlerà anche di ecumenismo, dialogo interreligioso, educazione e cultura, liturgia e sacramenti, missioni, comunicazione. I vescovi incontreranno anche il Dicastero per l’evangelizzazione, quello per il servizio dello sviluppo umano integrale, la Segretaria di Stato, la Segreteria generale del Sinodo. A ogni diocesi è stata chiesta, in preparazione alla visita, una relazione dettagliata sullo stato della Chiesa locale, firmata dal vescovo ma preparata con l’apporto dei vari uffici e servizi diocesani.

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