Marco Polo: a 700 anni dalla morte, il 19 ottobre un convegno a Tolentino sul suo rapporto con i francescani in Oriente

“Nella realtà odierna sono molto importanti i mediatori culturali, ossia coloro che riescono a far incontrare popoli e culture così da costruire strutture di pace che contrastino gli scontri d’ignoranza di cui si vedono gli esiti nefasti. Tra questi personaggi dall’alto valore storico e simbolico certamente c’è Marco Polo, il mercante veneziano che giunse in terra di Cina e di cui ricorrono settecento anni dalla morte avvenuta a Venezia l’8 gennaio 1324”. E’ quanto si legge in una nota della Pontificia Università Antonianum che rilancia, tra le diverse iniziative in programma, il convegno “Appunti di viaggio: Marco Polo e i Francescani in Oriente nei secoli XIII-XIV” che si terrà a Tolentino sabato 19 ottobre, già annunciato nel sito ufficiale del centenario Homepage | Le vie di Marco Polo.
La regione e le città delle Marche hanno da molti secoli rapporti con Venezia. In particolare, tramite il mare Adriatico, i commercianti e i frati degli ordini mendicanti come il francescano Tommaso da Tolentino partirono nel 1290 per raggiungere prima l’Armenia, poi la Persia, l’India e la Cina, quasi sempre viaggiando su navi mercantili veneziane. Il legame tra Tolentino e Venezia è rafforzato anche da tre personaggi: Francesco Filelfo letterato, Cristoforo Mauruzi condottiero e San Nicola da Tolentino. Il convegno affronta il tema di questi avventurosi viaggi che trovano la loro massima espressione nel famoso libro Il Milione, dettato da Marco Polo a Rustichello da Pisa, e nell’Itinerarium de mirabilibus orientalium Tartarorum del francescano Odorico da Pordenone, che nel 1324 circa compì l’impresa pericolosa di prelevare i resti dei martiri a Thane (India) e condurli via mare sino a Zayton (Quanzhou).
“I relatori di diverse università italiane ed estere parleranno dell’intenso scambio di saperi e di commerci dell’epoca, oltre che dell’incontro tra diverse culture che dialogano rispettosamente e senza rinunciare alla propria identità”, conclude la nota.

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