Papa Francesco: Motu Proprio su modifiche lessicali alla legge propria della Segnatura Apostolica per armonizzarla alla riforma della Curia

Con il Motu Proprio “Munus Tribunalis” pubblicato oggi, Papa Francesco adegua e armonizza la legge propria del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica con la riforma della Curia attuata dalla Costituzione “Praedicate Evangelium”. Di qui alcune modifiche lessicali alla legge della Segnatura, promulgata da Benedetto XVI il 21 giugno 2008. “Nell’esercizio della funzione di Supremo Tribunale della Chiesa – scrive nella premessa il Papa – la Segnatura Apostolica si pone al servizio del supremo ufficio pastorale del Romano Pontefice e della sua missione universale nel mondo. In questo modo, dirimendo le contese sorte per un atto di potestà amministrativa ecclesiastica, il Supremo Tribunale provvede al giudizio di legittimità sulle decisioni emanate dalle istituzioni curiali nel loro servizio al Successore di Pietro e alla Chiesa universale”. Le modifiche tecnico-lessicali riguardano anzitutto la sostituzione del termine “chierici” con “presbiteri” all’art. 1 della legge propria; quindi la sostituzione del termine “Dicastero” con la parola “Tribunale” all’art. 3 e con la parola “Segnatura Apostolica” all’art. 32; la sostituzione dell’espressione “emessi dai Dicasteri della Curia Romana” con l’espressione “emessi dalle Istituzioni curiali” all’art. 34; la sostituzione dell’espressione “promuovere e approvare l’istituzione dei tribunali interdiocesani” con l’espressione “approvare l’erezione di tribunali di ogni genere costituiti dai vescovi di più diocesi” all’art. 35; la sostituzione del termine “Dicastero” con “Istituzione curiale” agli articoli 79, 80, 81, 92 e 105.
“Quanto deliberato con questa Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio – conclude il Papa -, ordino che abbia fermo e stabile vigore, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di speciale menzione, e che sia promulgato tramite pubblicazione su L’Osservatore Romano, entrando immediatamente in vigore, e quindi pubblicato nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis”.

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