Volontari: Caritas italiana, sono 84.248 tra diocesi e parrocchie, più della metà nelle regioni del Nord. In maggioranza donne, il 38,3% over 65

Sono 84.248 i volontari nelle Caritas di tutta Italia, di cui 22.275 nei servizi diocesani e 61.973 nelle parrocchie. Il dato, relativo al 2023, è in calo rispetto agli oltre 93 mila volontari rilevati nel 2020, probabilmente a causa delle limitazioni sanitarie che hanno colpito gli anziani durante la pandemia. È quanto emerge dal primo Rapporto sul volontariato Caritas in Italia, a cura di Caritas italiana, presentato stasera in un incontro on line. Il rapporto fotografa in 80 pagine la presenza dei volontari nei centri e servizi residenziali e non residenziali a livello diocesano (mense, centri di distribuzione di beni, empori, ostelli notturni, case fa miglia e comunità alloggio, centri di ascolto, ecc.). Maggioritaria è però la presenza in ambito parrocchiale, con oltre 61.000 presenze, soprattutto in Puglia e in Umbria. La metà dei volontari è attiva soprattutto e nelle regioni del Nord Italia (50,4%), il 16,6% nel Centro, il 33% nel Mezzogiorno (Sud e Isole). La regione con il più alto tasso di volontari sulla popolazione residente è l’Emilia-Romagna (in media 99 volontari per 100mila abitanti). Seguono le Marche e la Basilicata (90,5). In teoria ogni diocesi italiana può contare su un numero medio di 103 volontari, ma in genere le disponibilità spaziano da 2 a 50 presenze. Ci sono però estremi: diocesi con soli 2 volontari e diocesi che invece possono contare fino a 900 e 1200 presenze.
L’identikit del volontario Caritas sfata, in parte, l’idea che le persone anziane siano la maggioranza assoluta: il 38,3% è over 65, tutti gli altri sono di età compresa tra 18 e 64 anni. I giovani under 35 sono il 16,3%. Il volto è però largamente femminile, con il 60,3% di presenze. I volontari hanno un titolo di studio medio-alto: il 77,4% ha almeno la maturità (il 34,2% è laureato). Sono prevalentemente pensionati (41,8%) e occupati (34,8%).
Come si diventa volontari Caritas? Due sono i principali canali d’ingresso: la frequentazione del mondo parrocchiale o associativo cattolico (42%) oppure i contatti personali con operatori Caritas o altri tipi di figure attive nel contesto socio-assistenziale locale (41,3%). Scarsa invece è la presenza di giovani che restano in diocesi come volontari dopo aver svolto il servizio civile.
Le motivazioni. Il 78,8% dei volontari Caritas si impegna per “essere utile agli altri, alla società”. Al secondo posto spiccano le motivazioni legate all’esigenza di essere coerenti con la propria fede religiosa (49%). Poco rilevanti invece le motivazioni utilitaristiche (far carriera, ottenere crediti formativi, farsi strada in un nuovo ambiente di lavoro, ecc.), segnalate soltanto dal 2,8%. Il dato dimostra la forte componente di gratuità che caratterizza da sempre l’impegno volontario nel mondo della Caritas.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia