Medicina narrativa: Cappellacci (Camera deputati), “fondamentale per umanizzazione cure”. Gentile (Iss), “relazione elemento base della cura”

“Nei percorsi di presa in carico dei pazienti, la condivisione delle esperienze tra il personale medico, il paziente e il suo caregiver rappresenta un tassello importante nella prevenzione delle malattie, e segna un cambio di paradigma nella definizione dei percorsi di cura, in un’ottica di umanizzazione”. Lo sostiene Ugo Cappellacci, presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera, intervenendo questa mattina a Roma, all’Ara Pacis, al convegno “Prevenzione, salute e medicina narrativa in Italia: quali scenari. Per Cappellaci, la politica deve “orientare i servizi socio-sanitari e l’assistenza alla cronicità verso forme di sanità sempre più avanzate, partendo dalle opportunità offerte dalla tecnologia, che permette di accorciare le distanze, favorire il dialogo, e rappresenta un valido supporto nella definizione di una vera medicina di precisione”. Importante “chiudere la fase delle sperimentazioni e dei progetti pilota nel campo della telemedicina, per programmare e implementare su larga scala programmi di tele-assistenza, tele-consulto e tele-riabilitazione, favorendo un ecosistema interconnesso ed omogeneo su tutto il territorio nazionale”.
“La medicina narrativa è una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa – afferma Amalia Egle Gentile, responsabile Laboratorio di Health Humanities del Centro nazionale malattie rare dell’Istituto superiore di sanità –. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura, come descritto nelle Linee di indirizzo che abbiamo pubblicato nel 2015”. Obiettivo del progetto Limenar, spiega, è “comprendere se e come le Linee di indirizzo per la medicina narrativa siano state recepite dalle comunità scientifica e associativa, ampliando lo sguardo all’utilizzo delle arti e delle nuove tecnologie e considerando ‘la relazione al centro’, come elemento base della cura”.

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