Donne: Acli Toscana, “nella nostra regione l’inflazione pesa soprattutto su di loro, il 17% è sotto la soglia di povertà”

Crescono le famiglie povere in Toscana e a rimetterci sono soprattutto le donne: è l’impatto dell’inflazione, secondo quanto emerge dalla ricerca Acli “Povere famiglie. L’impatto dell’inflazione sui redditi degli italiani” dell’Osservatorio sui redditi delle famiglie Iref-Caf Acli.
Sono stati presi in esame i dati dei cittadini che hanno effettuato la dichiarazione dei redditi nei Caf Acli in Toscana (30.754 persone). Rispetto al 2022, l’81% dei dichiaranti ha perso reddito, solo il 19% ha guadagnato. La perdita media è stata di 3.921 euro, il guadagno medio di 8mila euro. In termini assoluti, i dichiaranti toscani hanno perso oltre 97 milioni di euro di reddito equivalente. “L’inflazione a doppia cifra – spiega Giacomo Martelli, presidente Acli Toscana – ha avuto come conseguenza l’innalzamento del numero di famiglie entrate in soglia di povertà. E le più penalizzate sono le donne, soprattutto se sole”. Nelle regione, dal 9,4% di famiglie in soglia di povertà nel 2019 si è passati al 10,9 nell’anno fiscale 2022, l’1,5% in più. Le donne in soglia di povertà sono il 17,2%, contro il 7% degli uomini. In termini di rapporto, per ogni dichiarante uomo in soglia di povertà In Toscana, vi sono 2,4 dichiaranti donna in soglia di povertà, un rapporto leggermente superiore al dato nazionale.
“La condizione di povertà – sottolinea Elena Lo Giacco, responsabile Pari opportunità di Acli Toscana – peggiora nel caso di donna vedova o separata, in condizione di solitudine, almeno dal punto di vista fiscale: quasi il 30% delle vedove senza carichi è in soglia di povertà, similmente, il 12% delle dichiaranti separate senza carichi condivide il medesimo rischio”.
A pesare sul bilancio familiare anche i mutui, innalzati a causa dell’inflazione: in Toscana, l’aumento degli interessi a causa dell’innalzamento del tasso bancario primario è stato di 1.200 euro circa l’anno. I toscani hanno perso oltre mezzo milione di euro a causa dell’aumento degli interessi bancari.

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