Incidente a Roma: Aiart sul caso degli youtuber The Borderline, “colpa del bisogno di popolarità”

“È il bisogno di popolarità l’elemento primario che aggrava e si correla secondariamente all’uso di una challenge e della sfida che può diventare mortale”. Lo dichiara Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’Aiart sulla vicenda che ha visto cinque youtuber ventenni, una Lamborghini noleggiata e un telefonino per riprendere la folle corsa per una challenge social coinvolti nell’incidente – avvenuto il 14 giugno a Roma- che ha causato la morte di un bambino di 5 anni. In queste ore ci si chiede di chi sia la responsabilità tra youtube o the Borderline, sottolinea Baggio, che evidenzia come “la responsabilità personale sia sempre più sfumata e come le challenge social siano sempre più luoghi cruciali nella vita degli adolescenti e dove il desiderio di fama è strettamente correlato a un elemento base di questi strumenti: la possibilità illimitata di visibilità”. “È sicuramente indispensabile un sistema normativo che vincoli questi strumenti e impedisca che le ‘sfide’ social, come quella che ha portato alla tragedia di Casal Palocco, si diffondano sulla rete – continua il presidente dell’Aiart – e a tal proposito esprimiamo soddisfazione per la proposta di legge che riaccende il dibattito sull’età per l’accesso ai social e la possibilità di supervisionare in maniera sistematica i contenuti online”. “Ma se le regole del gioco fanno sì che per avere fama e soldi è necessario superare i limiti sempre e comunque – evidenzia Baggio -, allora è forse il caso di cominciare a porsi il problema non solo del danno sociale provocato da determinati modelli industriali, della pervasività dei social media e delle difficoltà nell’applicazione di regole ‘ad hoc’ ma anche di una logica culturale, politica e istituzionale capace di contrattare questi sistemi e della necessità di un processo educativo integrato ed efficace. E i Patti educativi di comunità così come i Patti digitali costituiscono in tal senso una buona risposta ai bisogni educativi emergenti”, conclude il presidente nazionale dell’associazione cittadini mediali.

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